00:00 19 Maggio 2005

PIEMONTE: un’alluvione dimenticata (18-20 maggio 1977)

Ricordo dell'alluvione che sconvolse le valli Pellice, Chisone, Germanasca e bassa Val Susa.

Quando si parla di alluvioni in Piemonte, e non solo, la mente corre all’ottobre 2000, come pure a quel tragico novembre 1994 quando si visse una delle pagine più tristi con danni ingentissimi e circa settanta vittime.

La lista sarebbe lunga (.. 11/1968 05/1977 09/10/1977 08/1978 09/1993 11/1994 10/2000); come si vede in questa lista compare anche un’alluvione nel maggio 1977 quasi completamente dimenticata dai media quando si toccano direttamente o indirettamente tali eventi.

Invece il sottoscritto la ricorda come fosse oggi, anche perché a detta di molti, per la Val Pellice e valli limitrofe, fu la più devastante del secolo scorso, ancor più dell’autunno 2000.

Era piovuto molto già i giorni precedenti anche ad alta quota con i torrenti fortemente ingrossati.
Nel pomeriggio del 18 piovve davvero molto forte e persistente, ma la cosa più impressionante era il colore della pioggia: letteralmente rossa, a causa di un notevole richiamo di correnti dal Nord-Africa.

Tant’è che alla RIV-SKF di Villar Perosa, dove lavoravo e abitavo in quegl’anni, le maestranze vennero fatte uscire anticipatamente nel primo pomeriggio causa imminente chiusura della statale 23 per il formarsi di un lago all’altezza di Porte provocato dall’ammasso di tronchi contro il ponte Palestro che resistette alla furia delle acque facendole tracimare di sopra; purtroppo era solo l’inizio.

La pioggia aumentò ancora d’intensità toccando il culmine verso sera quando per motivi di forza maggiore dovetti scendere a Pinerolo utilizzando la strada secondaria che corre lungo la sponda opposta alla statale 23; ricordo bene come i ruscelli fossero diventati veri e propri torrenti da schivare con l’auto per non essere ribaltato; avevo solo una Fiat 500.

Era davvero impressionante; quando entrai in Pinerolo le luci cittadine (bianche) sembravano rosse ed un muro d’acqua fangosa faceva andare a passo d’uomo la mia auto; non un cane per strada, letteralmente, ed io col timore che l’auto si fermasse; le strade sembravano fiumi.

Di ritorno verso Villar Perosa dopo un’ora circa, la pioggia incominciò a diminuire ma la portata del Chisone era paurosa, forse al suo culmine.

Rifeci la strada dell’andata; a Porte la strada era lì a pochi metri dal torrente in piena con parte della carreggiata già a filo dell’acqua ma mi fecero ancora passare; incoscienti loro ed io. Il giorno dopo venni a sapere dal messo comunale che qualche minuto dopo il mio transito la strada aveva ceduto sotto la furia delle acque. Posso ritenermi fortunato di essere qui a scrivere queste righe.

Le notizie non correvano ancora sulla rete come oggi o anche solo come nell’ottobre 2000 quando sul forum di questo sito ci scambiammo molte informazioni utili a tutti.

Così il giorno dopo presi la macchina fotografica e me andai in giro a fare un reportage che ultimamente ho fatto scannerizzare e messo su CD.

Il bilancio più tragico si ebbe con il crollo del ponte di Bibiana (torrente Pellice – foto di copertina) dove vi furono 7 morti, ma risultarono più di 20 i ponti danneggiati o distrutti.

Danneggiato gravemente il palazzo del ghiaccio di Torre Pellice che venne rifatto e migliorato nello stesso sito e così nuovamente semidistrutto nell’alluvione 2000:
http://www.provincia.torino.it/emergenza/im/tpellpal.jpg

Resta il fatto che si trattò di un fenomeno estremo, non irripetibile, ma per me sicuramente difficile da dimenticare, anche perché si trattò del primo impatto diretto con un evento di tale portata.
Autore : Adriano Oberto