00:00 22 Aprile 2009

Perchè il lago di TOVEL non si arrossa più? Non è colpa dell’inquinamento…

La verità su un mistero che per molti anni ha fatto discutere la comunità scientifica.

Parco Naturale Adamello-Brenta: siamo in contemplazione del Lago di Tovel, il famoso lago rosso. celebre per l’arrossamento delle sue per la proliferazione esagerata di un’alga, che tendeva ad affiorare dal lago durante la bella stagione.

Il fenomeno si è gradualmente interrotto sul finire degli anni 60.
Tovel significa Dolomiti del Brenta, ti infili in questa valle incantata, lunga poco più di 15 km e ti trovi al cospetto di questo magnifico anfiteatro roccioso. Percorrere questa strada è già una soddisfazione. Si viaggia tra pareti verticali di roccia e abetaie, poi ecco i resti di una frana molto antica che precipitò dal Monte Corno addirittura agli inizi del 1300.

Un capriolo, agile e snello, ci osserva vigile da lontano.
Tòvel deriva dalla parola latina “tubus”, i canaloni lungo i quali si facevano scorrere i tronchi d’alberi per farli giungere a valle.
Siamo a 1178m, il lago ci regala riflessi verdi e blu: non è molto profondo, meno di 40 metri e nemmeno tanto lungo, circa 1000m.

Una volta però si colorava anche di rosso.
Il Glenodium Sanguineum (chiamato anche Woloszynskya coronata), l’alga responsabile di quello spettacolo, in particolari condizioni di stress accumula particolari pigmenti, chiamati carotenoidi, che la fanno apparire completamente rossa.
Ed è scomparso ora?
NO, il microorganismo non è scomparso c’è ma non prolifica come un tempo.

C’è stato allora il progetto SALTO, che ha coinvolto ben cinque istituzioni trentine organizzate in unità di ricerca:
il Museo Tridentino di Scienze naturali
il Parco Naturale Adamello Brenta
il Dipartimento di Fisica e quello di Ingegneria Civile ed Ambientale dell’Università degli Studi di Trento
l’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige.

Badate bene: il progetto non ha lo scopo di ripristinare le condizioni che nel passato portavano alla fioritura dell’alga, ma intende solamente acquisire informazioni e conoscenze riguardanti la peculiarità del lago di Tovel, allo scopo di consentire agli amministratori locali di effettuare le migliori scelte circa il futuro destino del lago.

Negli anni passati fu avanzata la classica ipotesi: “è colpa dell’uomo”: ha fatto una strada, ha costruito gli alberghi, i turisti scemi buttano nel lago rifiuti vari, ci sono seconde case, eccessivo svaso delle acque nel 64, frutticoltura del Valle di Non con impiego di fitofarmaci, in diffusione nell’aria come una specie di “aerosol”,

Il progetto SALTO ha invece stabilito che il fattore determinate del mancato arrossamento del lago di Tovel consiste nei cambiamenti intervenuti nell’ultimo secolo nella gestione dell’alpeggio. Il carico estivo di nutrienti (azoto e fosforo) conseguente alla monticazione del bestiame infatti, creava i presupposti per la spettacolare fioritura algale. A metà degli anni Sessanta la drastica riduzione degli apporti nutrizionali ha impedito le fioriture algali, senza tuttavia pregiudicarne l’esistenza.

Importante concausa è da ricercarsi poi nella aumentata piovosità estiva. In ogni caso il lago di Tovel è splendido anche così, sta a noi preservare queste meraviglie e consegnarle intatte alle nuove generazioni.
Autore : Report di Alessio Grosso