00:00 7 Gennaio 2013

Ondate di freddo e previsioni: istruzioni per l’uso

Contrariamente a quanto accade per le ondate di calore estive, quelle di freddo invernale subiscono notevole distorsione prognostica a diversi giorni di distanza, tant'è che pare il freddo non debba mai raggiungere l'Italia. Ma il problema sta proprio nella complessa struttura morfologica del nostro Paese e di tutto il bacino euro-mediterraneo.

 Piena estate: 30 gradi all’ombra e le previsioni si buttano annunciando con due settimane di anticipo una "prossima" intensa onda di calore, che puntualmente si verifica. Pieno inverno, 15 gradi a 1500 metri di quota e le previsioni che annunciano entro una settimana un prossimo "ritorno" del freddo, che però come sempre, gioca brutti scherzi e difficilmente arriva come era stato inquadrato all’inizio. 

Perchè tutto questo? Si utilizzano due pesi e due misure?

La differenza sta proprio nella materia prima, ovvero nell’aria. Una massa di aria calda è fisicamente leggera e tende a scorrere soprattutto alle quote medio-alte dell’atmosfera. Lungo il suo percorso dunque, difficilmente deve affrontare lo scavalcamento di catene montuose o reagire alle discontionuità termiche tipiche dello strato prossimo al suolo (boundary layer, dove si ha turbolenza dovuta a differenza di temperatura tra città e campagna, tra terraferma e laghi o mari, perfino tra terreno roccioso o boscoso.

Il suo fluire è quindi stabile e relativamente lineare, tanto che i modelli ne simulano correttamente la progressione. Ecco che il caldo annunciato quasi sempre arriva con puntualità.

Consideriamo ora una massa di aria fredda: essa è fisicamente molto densa e pesante. Tende pertanto a scorrere strisciando quasi incollata al suolo attraverso le asperita del territorio, costretta anche ad aggirare i salti termici dovuti alle caratteristiche del boundary layer ovvero, come detto, alla turbolenza generata dal diverso riscaldamento o raffreddamento dei suoli e dalle temperature superficiali di laghi e mari. Ciò le conferisce un pulsare turbolento e irregolare. Semmai dovesse anche trovarsi a scavalcare una catena montuosa di particolare statura, vedi le Alpi ad esempio, le cose si complicano ulteriormente.

Ma l’aria fredda, prima eventualmente di raggiungere l’Italia, può dover fare i conti non solo con le Alpi, ma anche con i Carpazi, le Alpi Dinariche, il Massiccio centrale francese, a volte perfino i Pirenei, oltre naturalmente al nostro Appennino. Capite che il fluire di una massa d’aria fredda è alquanto tormentato e irregolare, tant’è che la sua progressione può venire interrotta, deviata, storpiata, bloccata, incanalata. Tutto questo, viene difficilmente simulato dai modelli, i quali pertanto necessitano di diversi giorni, prima di inquadrare esattamente percorso e caratteristiche. Spesso la posizione corretta di un nucleo di aria fredda può venire inquadrato con soddisfacente precisione solo a 6-12 ore di distanza.

Nasce poi un altro, chiamiamolo, indovinello che va oltre alle caratteristiche oggettive dell’aria fredda e interessa la parte soggettiva del processo di analisi e previsione: gli errori insiti nelle approssimazioni di calcolo utilizzate nella stesura dei modelli stessi, la mancanza di osservazioni iniziali, soprattutto alle alte latitudini e sugli oceani, i cui dati pervengono per gran parte dai satelliti e necessitano dunque di interpolazione con le poche osservazioni a terra (ulteriore approssimazione), oltre alla intrinseca caoticità dell’atmosfera che tende alla dispersione degli scenari proposti a diversi giorni di distanza, rende l’inquadramento di una irruzione fredda, semplicemente un’impresa.

Freddo dunque che arriva oggi e non arriva domani o viceversa, freddo che illude e poi delude, freddo che sembra non arrivare quasi mai sull’Italia. Ma il freddo sull’Italia arriva eccome. Attenzione però, freddo invernale in Italia non implica per forza crude ondate di gelo, ovvero fenomeni estremi. Occorre tenere bene a mente che i fenomeni estremi o di portata storica viaggiano a parte, oltre la normale anomalia climatica del nostro Paese, oltre ad una normalissima ondata di freddo invernale. L’estate si fregia delle ondate di calore, può l’inverno esimersi dalle ondate di freddo?

Senza questa consapevolezza l’utente delle previsioni meteo di questo o di quel sito, ad ogni fase meteorologicamente fredda si aspetterà la Siberia in casa, salvo poi constatare la non bontà di questi scenari, con grave perdita di fiducia nelle previsioni stesse. D’altra parte, senza questa consapevolezza, anche i numerosissimi appassionati meteo, dall’inclinazione risaputamente freddofila, rimarranno quasi sempre delusi da un freddo che alla fine magari arriva, ma che non sarà mai abbastanza.

 

Autore : Luca Angelini