00:00 14 Settembre 2010

Oceani e dintorni, ecco cosa bolle in pentola

Diverse e significative sono le anomalie che si riscontrano in questo periodo nelle temperature superficiali degli oceani. Gli estremi sul Pacifico tropicale, più freddo della norma, e su quello Artico, molto più caldo. Attenzione anche a quella piscina fresca emergente in pieno Atlantico. Ecco le possibili conseguenze sul tempo di casa nostra.

"Il tempo si è invertito, fa freddo al sud e caldo al nord". Quante volte negli ultimi anni abbiamo sentito questa frase, quasi sempre riferita ad un singolo evento e poi trasposta come per magia all’intero impianto climatico nazionale.

Ebbene, scorrendo e analizzando settore per settore le attuali anomalie che si riscontrano nelle temperature superficiali degli oceani boreali, il discorso sembrerebbe analogo: acque più fresche della norma lungo i Tropici e più calde nel bel mezzo dell’Artico. A questo punto però occorre entrare nei particolari e nei "discorsi seri" facendo doverosamente il punto della situazione..

Allora, punto primo: quella sterminata fascia di acque fresche lungo i Tropici fa capo al noto fenomeno della Nina e si estende per buona parte del Pacifico; l’unico settore più tiepido è quello indonesiano, così come ci insegna in questo caso anche lo studio della circolazione di Walker.

Ma il Pacifico è freddino anche lungo le coste del nord America, mentre una piscina calda giace nel settore centrale e a ridosso del comparto giapponese. Questo staus identifica il noto fenomeno della PDO (oscillazione decennale delle temperature pacifiche settentrionali), fenomeno che, messo così, è indicato tramite il segno negativo.

Naturalmente una tale situazione tende a imprimere la sua impronta sulla circolazione atmosferica secondo il meccanismo di "coupling", ossia di accoppiamento tra oceani e atmosfera, deviando in modo particolare le traiettorie delle correnti a getto e dunque plasmando le onde planetarie di concerto con il vortice polare.

A proposito di vortice polare: quale sia la causa o l’effetto della sua ricorrente debolezza non è dato a sapere, ma le conseguenze sono quelle che vediamo stilate anche nella mappa che abbiamo allegato: acque molto più calde della norma sull’oceano Artico. Perchè? Perchè la dispersione del freddo verso le medie latitudini ha portato al depauperamento della banchisa glaciale e ha permesso l’emersione delle acque oceaniche, naturalmente ben più calde del ghiaccio che dovrebbe ricorpirle.

Beh, anche questo fattore induce le sue forzanti sulla circolazione atmosferica, agevolando l’instaurarsi di condizioni favorevoli allo sviluppo di strutture anticicloniche alle alte latitudini nord-americane.

Manca ora solo un tassello: quello atlantico. Fino al mese di agosto l’Atlantico ha mostrato acque decisamente più calde della solita norma riferita all’ultimo trentennio. Il fatto è stato altresì ribadito dall’andamento dell’apposito indice, l’AMO (oscillazione multidecennale delle temperature atlantiche settentrionali), fortemente positivo.

Ora invece ecco saltar fuori quella anomalia emergente, con acque più fresche proprio nel cuore pulsante del nostro oceano. Conseguenze? Se l’anomalia si confermasse nel tempo e si approfondisse, potrebbe senz’altro entrare in sintonia con le conseguenze portate dalla Nina  e imprimere la sua impronta sull’autunno-inverno europeo e mediterraneo.

In che modo? Difficile a dirsi dal punto di vista sinottico, ma sicuramente tale stato di cose favorirebbe gli affondi depressionari nord-atlantici verso il comparto mediterraneo centro-occidentale, dove tra l’altro vige una leggera anomalia negativa che potrebbe lavorare in modo sinergico con la situazione descritta.

Ergo, un inizio di autunno probabilmente più fresco della norma, ma non asciutto come sarebbe accaduto se la Nina avesse avuto l’esclusiva assoluta sulla circolazione emisferica. Un autunno nella norma insomma per l’Italia, prodigo di fasi piovose e difficilmente snaturato da improbabili e prolungate risalite anticicloniche nord-afrcane o azzorriane, minate queste ultime alla radice da acque tropicali più fresche della norma secondo il noto schema iniziale: "Il tempo si è invertito…"

 

Autore : Luca Angelini