00:00 28 Giugno 2007

OCCHIO: spesso l’insidia non si vede…

Abbandoniamo per un momento modelli, satelliti e radiosondaggi, tocchiamo la meteo "a mani nude". Quando un temporale può diventare pericoloso? Come faccio a capire che sta arrivando?

Guardiamo il cielo sconcertati: non capiamo se pioverà o no, se dobbiamo uscire con l’ombrello o se portarlo con noi significherà farsi deridere dal prossimo.
Se la giornata è limpida i cumulonembi si vedono bene, si stagliano imperiosi nel cielo e la gente alza spesso gli occhi e immagina che entro pochi minuti arriverà un forte acquazzone.
In realtà nell’aria secca i cumuli sono più spettacolari che pericolosi, perchè gran parte delle precipitazioni ad essi associate, evaporano prima di raggiungere il suolo.

Questo non significa che il temporale in aria secca sia da sottovalutare: i fulmini con basso tasso d’umidità riescono a provocare anche pericolosi incendi, la grandine può risultare di dimensioni enormi, le raffiche di vento potranno soffiare impetuose, ma mancherà l’effetto sorpresa. Se una cosa la vedi, a meno che tu non sia sadico, la eviti, ma quando è la foschia a regnare sovrana, quando il cielo è bianco e l’umidità è elevata e nessuno guarda il cielo, solo pochi intenditori, quelli che sanno “dialogare” con le nuvole si accorgeranno di quanto sta per accadere.

Un altocumulus castellanus, un cumulo nelle prime ore del mattino che faccia cadere due goccioloni e poi lasci spazio al sole, possono essere dei segnali da valutare con attenzione.

Il vento che rinforza improvvisamente dalla direzione opposta a quella nella quale vedete arrivare le nuvole, una cappa d’afa opprimente ma con qualche cirro vagante, i resti di un’incudine temporalesca: tutti segnali indicatori che l’instabilità è nell’aria.

Quando un vasto cumulo si scorge in un mare di foschia, quando i suoi contorni appaiono netti anche se sminuiti dalla caligine o da nubi a livelli inferiori, state all’erta.

Nessuno si accorge del pericolo imminente in strada, la gente è immersa nei propri pensieri.
Il “nero” non si vede, ma c’è e, di colpo, parte il “groppo”: in un attimo cala la notte, senza preavviso e piove a catinelle.
E’in questo contesto che può scapparci anche qualche fenomeno turbinante.

Dietro il temporale il cielo appare “lavato” ma può non essere finita, ora è l’aria fredda che comanda: è il cielo di strascico; la meteo gioca a carte scoperte e mostra i suoi pezzi migliori: cumuli spettacolari di tutti i tipi che possono riorganizzarsi e provocare ancora qualche acquazzone.

Quando l’aria fredda penetra da un valico alpino e trova condizioni di umidità e temperature elevate, gli effetti possono essere devastanti; quando invece nella parte anteriore di un fronte, il vento che lo sostiene procede già a dare una prima ripulita all’aria stagnante, la probabilità che si verifichino temporali violenti o nubifragi scende.
Autore : Alessio Grosso