00:00 29 Febbraio 2016

News dal modello americano: la prima decade di marzo ancora INVERNALE ed INSTABILE

Una figura piuttosto vistosa di bassa pressione potrebbe ancora tenere sotto scacco il tempo atmosferico del nostro stivale nel corso della prima decade marzolina. Ecco nel dettaglio la linea di tendenza.

Quasi a testimoniare come l’atmosfera, una volta intrapreso un certo percorso, tenda poi a seguirlo con una sorta di inerzia, le linee di tendenza in nostro possesso, mettono in evidenza ancora un quadro atmosferico fortemente instabile su una parte d’Europa nella prima decade di marzo. Un reiterato e persistente ribasso del Fronte Polare, viaggerebbe di pari passo ad una forte ingerenza d’aria fredda ed instabile di derivazione settentrionale oceanica (aria polare-marittima).

La previsione emessa dal centro di calcolo americano sembra non avere dubbi in tal merito; poco spazio all’alta pressione nella prima metà di marzo, anzi la prima mensilità primaverile per antonomasia, sembrerebbe quasi per dispetto, volersi ostinare a presentare uno scenario instabile dai chiari connotati INVERNALI.

Dai pannelli di previsione spiccano all’occhio i colori verde e blu relativi alle altezze geipotenziali alla quota di 500hpa, geopotenziali bassi quindi, sintomatici di un notevole apporto d’aria molto fredda alle quote superiori, con valori stimati sino a -35°C!

Quindi un’instabilità dai chiari connotati invernali che con tutta probabilità, ci accompagnerà sino al termine della prima decade marzolina. L’asse di saccatura potrebbe ancora una volta venire a trovarsi sui settori centro-occidentali d’Europa, favorendo nell’ambito del Mediterraneo centrale ed orientale, l’imposizione di una ventilazione tendenzialmente meridionale, anche se non mancherebbero specialmente al nord, fasi eoliche settentrionali oppure orientali, ma sempre inserite in un contesto atmosferico molto incerto e poco stabile.

Come anticipato, il profilo termico continuerebbe a presentare valori di temperatura squisitamente invernali, trattandosi di masse d’aria fredda attive specialmente in quota, mancherebbero raffreddamenti violenti della temperatura nei bassi strati dell’atmosfera, scongiurati quindi gli episodi tardivi di gelo nelle pianure e sulle coste.

L’elevato gap termico "suolo-quota", ulteriormente esasperato dal soleggiamento sempre più vivace di marzo, favorirebbe però processi turbolenti ed irrequieti dell’atmosfera, con precipitazioni frequenti e nevicate che, su Alpi ed Appennino, farebbero la loro comparsa parecchie volte. 

Conferme o smentite nei prossimi aggiornamenti. 

Autore : William Demasi