News dal modello americano: instabilità invernale anche per febbraio?
Uno sguardo all'evoluzione atmosferica attesa nei prossimi giorni sul continente europeo. Sembrerebbe confermata una nuova rivincita delle correnti fredde ed instabili nord-occidentali.
Avanzamento stagionale; maggiore vivacità atmosferica?
Durante la seconda metà della stagione invernale, l’allungamento delle giornate può determinare delle graduali modifiche circolatorie che talvolta, hanno il merito di rendere più vivace il tempo atmosferico di febbraio rispetto alla stasi che spesso caratterizza il mese di gennaio. Che qualcosa sia finalmente cambiato nell’impostazione generale della circolazione atmosferica europea, lo si evince già dalle turbolente condizioni meteorologiche protagoniste dell’Italia negli ultimi giorni, instabilità in gran parte provocata da una forte ingerenza in sede mediterranea delle masse d’aria più fredda di estrazione polare marittima.
A metà strada tra il vecchio ed il nuovo.
Da una parte avremo una circolazione atmosferica impegnata nel voler proporre anche per il futuro, un cambio di palinsesto che regalerebbe al nostro Paese molte più chances d’inverno. Dall’altra parte avremo la vecchia circolazione legata all’ingerenza delle vorticità canadesi che tenterà, nonostante tutto, di riportare l’Europa alle condizioni atmosferiche fortemente zonali che hanno caratterizzato dicembre e la prima decade di gennaio.
Con queste ultime affermazioni, in molti grideranno alla solita storia dell’inverno che si prevede e che poi non si realizza, delle false promesse, poi disilluse. Dobbiamo sempre ricordarci che, volenti o dolenti, la stagione invernale italiana rimane sempre legata agli standard del clima mediterraneo, in quanto tale, gli episodi intensi di freddo rappresentano comunque un’eventualità rara. In quanto rarità, questo spinge molti appassionati, ma non solo, ad amare o comunque restare affascinati da condizioni atmosferiche estremamente invernali.
Il clima mediterraneo per quello che è, o per quello che vorremo che fosse?
Nonostante i "desideranda" personali insiti in ognuno di noi, il nostro clima rimane pur sempre di tipo mediterraneo, in quanto tale va preso per quello che è. L’inverno può fallire, l’estate difficilmente fallisce, l’aria fredda raggiunge il nostro stivale con molta difficoltà, dovendo superare Alpi ed Appennino, ed infine lottando con quell’immensa fonte di calore che sono gli oceani ed i mari. La calura invece, guadagna l’intero Paese in una manciata di ore, le condizioni temperate tendono a persistere quasi per inerzia. Tutta questione di esposizione e di geografia.
Bisogna solo accettarlo.
Anticiclone? Instabilità invernale? L’ago della bilancia pende stavolta a favore dell’inverno ma sempre con moderazione.
Come anticipato, la terza decade di gennaio vedrà come protagonisti principali della scena, l’anticiclone delle Azzorre ad occupare l’estremo lembo occidentale europeo e poi l’aria più fredda ed instabile di origine polare marittima oppure artico-marittima che potrebbe a più riprese interessare il nostro stivale, portando ancora dell’instabilità.
Alcune previsioni alternative del modello americano, danno enfasi alla distensione anticiclonica azzorriana sul nostro continente, mentre altri cluster (la maggioranza) vedono prevalere una circolazione fredda ed instabile veicolante aria polare in seno ad un flusso molto teso di correnti nord-occidentali. Maggiormente esposte all’influenza instabile portata da questo tipo di correnti, sarebbero ancora una volta i settori orientali della penisola, seppur non possano essere esclusi a priori degli eventi perturbati anche per i settori tirrenici e settentrionali. Basterebbe infatti avere una posizione un po’ più defilata dell’alta pressione atlantica, per incorrere su complicanze depressionarie con perno i settori tirrenici italiani anzichè quelli adriatici.
Ulteriori aggiornamenti nell’articolo della sera.
Autore : William Demasi