00:00 21 Novembre 2012

Nevicate eccezionali sulla Siberia preparano inverno freddo per l’Europa?

Alcune nevicate di eccezionale intensità hanno interessato vasti tratti della pianura siberiana gettando i presupposti per la formazione dell'anticiclone termico russo-siberiano. Quante chances ci saranno di assistere alla formazione di questo anticiclone? Che ruolo svolge l'albedo solare in queste situazioni?

Il territorio stepposo che va dalla Russia europea sino a raggiungere  le remote zone della Siberia orientale sono caratterizzate dal possedere un clima tendenzialmente secco.

La lontananza estrema da qualsiasi tipo di influenza termoregolatrice del mare influenza in modo preponderante il clima di queste zone rendendo basso l’apporto precipitativo e favorendo incredibili escursioni termiche stagionali. Le escursioni termiche annue possono così passare da temperature vicine ai 30 gradi del periodo estivo sin oltre -50 in occasione degli inverni più crudi. 

Nel corso di questo mese alcune importanti nevicate precoci (insolite per la zona) hanno ricoperto di bianco vaste zone continentali nelle remote steppe euroasiatiche.  La presenza del manto bianco sta agevolando il raffreddamento di queste aree steppose preparando le basi alla formazione di una zona d’alta pressione di natura termica.

Quest’anno come l’anno scorso il calo delle temperature al suolo è stato agevolato dall’arrivo del freddo alle quote superiori nella seconda metà autunnale. Il freddo affluito in quota sta cominciando così a stratificarsi nei bassi strati atmosferici provocando un tracollo delle temperature del tutto analogo a quelle delle nostre inversioni termiche. L’effetto albedo provocato dalla estesa superficie nevosa contribuisce a mantenere raffreddata l’aria vicina al suolo. Questo processo cumulativo di aria fredda che va stratificandosi aumentando di spessore col passare della stagione sta alla base della formazione dell’alta pressione russo-siberiana.

Cosa succede in Atlantico ed Europa?

L’attuale episodio di Nino moderato è da poco passato a fase neutra, secondo gli ultimi aggiornamenti passerà gradualmente a fase di Nina debole durante l’inverno.

Che ripercussioni potrebbe avere una debole Nina in questa stagione 2012-2013?

Ormai da diversi mesi l’Inghilterra e l’Europa occidentale si trovano alle prese con la costante presenza di intense depressioni in un contesto di geopotenziali bassi. A tal proposito appare abbastanza probabile una sorta di "compensazione" che avverrà nel corso dell’inverno tramite l’imposizione di una figura di alta pressione a cavallo tra oceano Atlantico ed Europa occidentale. 

La conseguenza più diretta di questa manovra potrebbe essere un graduale cambio di circolazione a livello europeo con le correnti a prevalente regime meridionale che a partire dal prossimo mese lasceranno spazio ad un sensibile raffreddamento dell’Europa orientale con l’arrivo di masse d’aria fredda sin verso il Mediterraneo e l’Italia. 

A questo punto della stagione se l’anticiclone russo in prematura formazione nelle aride steppe euroasiatiche avrà la forza di spingersi sin verso l’Europa, parte di questo freddo potrebbe essere veicolato verso ovest con effetti tutti da valutare. 

Apparentemente il pattern appena descritto sembrerebbe stringere l’occhiolino ad una situazione assai simile a quella dello scorso anno. In realtà ci sono un paio di tasselli fondamentali in grado di arginare in buona parte gli effetti della nuova Nina:

– la particolare disposizione delle anomalie superficiali oceaniche.

– mancanza di un intenso stratcooling. (forte raffreddamento della stratosfera polare) Lo scorso anno questo fenomeno viaggiando di pari passo alla strutturazione piuttosto regolare del Vortice Polare in sede troposferica favorì l’innesco di intense correnti occidentali che influenzarono gran parte della stagione. 

Anche nel culmine dell’episodio freddo di febbraio 2012 mancò la strutturazione in sede atlantica di un blocco anticiclonico in grado di garantire l’efficace e duraturo arginamento del lobo canadese del Vortice Polare.

Quest’anno troviamo già a livello troposferico un Vortice Polare molto disturbato. Lo sfondamento della soglia del NAM oltre i +1.5 potrebbe a tutti gli effetti determinare un suo rinforzo a partire dalla seconda decade di dicembre. Esiste tuttavia la possibilità che l’azione di disturbo non si riassorba nemmeno al rinforzo del Vortice Polare in sede troposferica andando così a generare due tronconi freddi. Quello in probabile/possibile formazione in sede est europea potrebbe risultare determinante sulle sorti del nostro inverno. 

La presenza di anomalie superficiali marine fortemente positive in prossimità dell’Atlantico canadese potrebbe altresì influenzare la posizione dell’alta pressione atlantica rendendo possibile anche nel cuore della stagione invernale la formazione di ciclogenesi sull’Europa occidentale in grado a differenza dello scorso anno di garantire della neve anche al nord. 

La probabile formazione di un grosso serbatoio freddo in sede euroasiatica porterà sull’Italia un’irruzione di aria fredda paragonabile al febbraio 2012? 

Eventi come quello dello scorso anno risultano complessivamente rari sul Mediterraneo e presentano tempi di ritorno di circa 20-30 anni. Questi episodi si collocano quindi nella casistica degli eventi eccezionali. Statisticamente sarà ben difficile bissare i picchi di freddo dello scorso anno, ma ricordiamoci che per creare i presupposti ad intensi episodi freddi e nevosi sul nostro Paese basta molto meno, senza necessariamente scomodare eventi di grande portata. 

Autore : William Demasi