00:00 4 Aprile 2019

Nessuno ricorda la grande emergenza SiCCITA’ della primavera del 2017? Guardate che immagini!

Ecco cosa scrivevamo solo DUE anni fa, eppure ogni siccità per i media sembra la peggiore di sempre.

Dalle pagine di MeteoLive di fine maggio 2017…"La Primavera ormai giunta quasi al termine sta per passare alla storia come una delle stagioni più secche degli ultimi decenni. In alcune zone d’Italia la più arida a memoria d’uomo.

Merito di una anomalia barica e termica che ha portato l’anticiclone di matrice sub-tropicale a stazionare con persistenza sul nostro territorio, in particolare sulle regioni centro-settentrionali.

Ora siamo ormai prossimi all’estate e a parte i temporali di breve durata generalmente a carattere pomeridiano-serale, è consuetudine attendersi giornate stabili e soleggiate: le basi di questa siccità sono per lo più da cercare nei mesi passati, anche nella stagione invernale e a inizio primavera, quando sono mancate perturbazioni organizzate in grado di distribuire notevoli quantitativi di pioggia, essenziali per la vita dei terreni e per l’agricoltura italiana. Non a caso, le precipitazioni primaverili sono state mediamente il 50% inferiori rispetto al normale, dopo un inverno anch’esso siccitoso.

Proprio l’agricoltura, in molte aree del territorio italiano, è in ginocchio, a causa dell’assenza di precipitazioni troppo prolungata. Si stima che i danni siano già di oltre 1 miliardo d’euro. Per non parlare dell’allevamento e delle varie attività correlate che vengono influenzate negativamente dalla siccità.

La situazione è grave da tempo ma ora si inizia a parlarne di più anche perchè in varie regioni italiane sono state avviate, o stanno per esserlo, delle procedure per il razionamento dell’acqua al fine di tutelarne la risorsa. La Toscana e l’Emilia Romagna hanno chiesto al governo lo stato d’emergenza e sono ufficialmente in allarme rosso: sono due delle regioni più colpite, ma la situazione è critica anche in molte altre zone d’Italia, fra cui Lombardia, Veneto, Sardegna, Campania, Calabria. 

Oggi in Italia, spiegano dal Wwf, “circa un quinto del territorio viene ritenuto a rischio desertificazione: quasi il 21% del territorio del quale almeno il 41% si trova nelle regioni dell’Italia meridionale, come Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia, ma sono coinvolte anche aree in altre regioni come l’Emilia Romagna, le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo”. E se la prospettiva delineata dagli esperti di cambiamenti climatici è una costante riduzione delle precipitazioni complessive, la strada da percorrere appare quella di rendere più efficienti i consumi d’acqua: ad Asolo, nel trevigiano, per esempio, il sindaco ha vietato la costruzione di nuove piscine private.

Oltre che sperare che perturbazioni cariche di pioggia vengano a far visita all’Italia quanto prima, sarà importante attuare le adeguate contromisure e le politiche più idonee a livello governativo, regionale e nazionale, per contrastare almeno in parte questa grave problematica, destinata ad aggravarsi.

Due anni dopo, la situazione è migliore al sud e molto simile al nord, fortuna che sono arrivate le prime confortanti piogge.

 

 

 

Autore : Alessio Grosso