00:00 10 Giugno 2010

Nella stagione “calda” i temporali marittimi perdono di importanza: come mai?

Cerchiamo di capire come mai in estate (o nella tarda primavera) le piogge ed i temporali si concentrano soprattutto nelle zone interne, lasciando spesso "indenni" le coste.

Provate a fare un bagno in mare nel mese di giugno! Indubbiamente l’aria può essere calda, anche con temperature superiori a 25°.

Entrando in acqua, però, ci rendiamo conto che la sensazione non è delle più piacevoli. Un brivido di freddo ci coglie quasi impreparati ed il lungo e rilassante bagno che si sperava di fare si riduce subito ad una toccata e fuga! Nella tarda primavera e all’ inizio dell’estate, quindi, l’acqua del mare è ancora fredda, nonostante le temperature esterne siano già da canottiera e costume. Come mai accade ciò? Semplicemente perchè un paio di belle giornate di sole non bastano per scaldare uno specchio d’acqua vasto come il Mediterraneo.

Il potere dell’acqua di trattenere il caldo o il freddo (ovvero l’inerzia termica) è assai più elevato rispetto a quello della terraferma. Se per scaldare un pezzo di roccia basta una giornata di sole, per rendere caldo uno specchio d’acqua serve molto più tempo.

I moti verticali dell’atmosfera che generano i temporali hanno bisogno di calore. L’aria calda è più leggera di quella fredda, di conseguenza tende a sollevarsi. Da questo sollevamento prendono vita i rovesci o i temporali che spesso interessano la nostra Penisola nel periodo estivo.

Se il substrato (ovvero la superficie dove dovrebbero partire i moti verticali) risulta freddo (come il mare ad inizio estate), è palese che i moti verticali stessi risultino inibiti e assai poco probabili. Per la terraferma, invece, il discorso si inverte: il substrato si scalda subito, al primo sole! Basta quindi un po’ di instabilità atmosferica che subito i moti verticali dal basso risultano attivi. In una giornata calda di inizio estate, quindi, sarà assai più facile vedere fiorire un temporale nelle zone interne (substrato sottostante caldo), rispetto al mare ( substrato sottostante freddo). Ecco il perchè le zone interne, d’estate, sono sempre più battute dai temporali rispetto ai settori costieri.

Autore : Paolo Bonino