00:00 29 Dicembre 2015

Nell’occhio del CICLONE…

Questo termine si attribuisce ad una persona che si trova in mezzo ai guai, non tenendo conto che nell’occhio del ciclone il cielo è sereno e non c’è vento...

Quando si osservano le fotografie dei cicloni tropicali, la struttura ci appare come un denso malloppo di nubi che si avvita attorno ad una zona dove il cielo risulta pressoché sereno. Anche osservando una depressione attiva alle nostre latitudini ci accorgiamo del suo moto spiraleggiante attorno ad una zona con minore nuvolosità.

 Nel caso di una semplice depressione (o ciclone extratropicale) i contorni dell’occhio non sono così nitidi come in un ciclone tropicale e il suo raggio d’azione risulta più ampio.

Un sistema nuvoloso che acquista notevole energia interagisce con la rotazione terrestre e i venti al suo interno vengono deviati verso destra rispetto al loro moto di spostamento nell’emisfero settentrionale e verso sinistra in quello meridionale. La forza che devia le correnti in relazione alla rotazione terrestre viene chiamata “forza di Coriolis”.

La pressione al centro del sistema nuvoloso comincia a diminuire e dall’esterno le correnti aeree cercano di colmare il divario pressorio tra il centro e la periferia del suddetto sistema. Agendo la forza di Coriolis su ogni singolo pacchetto d’aria, il moto risultante sarà rotatorio e in senso antiorario nel nostro emisfero.

La forza centrifuga che ne scaturisce allontana tutta la nuvolosità dal centro della perturbazione e si forma così L’OCCHIO. Il meccanismo è simile a quando si prende una curva a tutta velocità in automobile. Il nostro corpo viene sollecitato dalla forza centrifuga e noi ci dobbiamo aggrappare ad un sostegno per non essere sbalzati fuori.

Le nubi presenti all’interno del sistema perturbato sono libere di muoversi e vengono così allontanate dal centro che di conseguenza presenta cielo sereno e aria più secca.

Se potessimo rimanere nell’occhio del ciclone per diverso tempo, osserveremo la distruzione tutto attorno a noi, mentre sulla nostra verticale il cielo resterebbe sereno ed i venti deboli. Beh, dopo tutto, nell’occhio del ciclone non si sta poi così male, no?
 

Autore : Paolo Bonino