00:00 17 Novembre 2008

NATALE 91: quando la VIOLENZA del GETTO portò la neve a valicare le Alpi di forza (muro del foehn “lungo)

Memorabili quei giorni a sud delle Alpi. Riviviamoli insieme.

Un anticiclone ostinato che non voleva mollare la presa, come successe spesso tra il 1988 e il 95, e le perturbazioni costrette a scorrere sfruttando una striscia di territorio strettissima tra l’Europa centrale e l’Italia, tuffandosi oltralpe da nord-ovest con la benedizione della corrente a getto: questo lo scenario del Natale 91, a cui seguì un gennaio molto secco ed anticiclonico.

Così si verificarono condizioni meteorologiche eccezionali tra il 22 e il 24 dicembre 1991. Un fronte caldo accompagnato da aria molto umida riuscì a portare precipitazioni anche per molti km oltre lo spartiacque alpino (anche oltre 100km), nonostante il gradiente barico parlasse chiaro: FAVONIO! Ma, come detto, non fu così.

Il fronte caldo trovò un debole cuscino freddo ad attenderlo nelle vallate alpine e così la neve cadde anche a quote collinari tra il 22 e il 23 dicembre: neve forte la ritroviamo ad esempio a Bellinzona, in Ticino ma anche a Fiera di Primiero e su lungo tutta la Val Cismon sino a San Martino di Castrozza, tanto per fare qualche esempio e poi fiocchi abbondanti su tutto l’Alto Adige, anche a Vipiteno.

La mattina del 23 il fronte caldo era passato ma lo stau continuava a debordare oltralpe per molti km portando il muro del Foehn ad entrare in azione solo lungo la fascia pedemontana e prealpina.
Si mise a soffiare allora un forte Favonio scuro con la pioggia a sostituire la neve sino a 1600-1700m, si salvarono solo le località più elevate. A San Martino, 1500m circa, la neve caduta si sciolse “drammaticamente” nell’arco di sole 12 ore di pioggia battente.
Al Rolle i fiocchi, pur bagnati, continuarono a cadere fino a sera.

Poi il Foehn divenne chiaro e il tempo migliorò ovunque.

Gli scherzi delle correnti da nord, quando sono soggette a velocità del genere, cosa che avviene soprattutto nel periodo compreso tra la metà del dicembre e i primi di gennaio, quando il Vortice Polare è al massimo della vigoria, può determinare queste situazioni.

Difficile invece che si formino depressioni sul ligure, per questo ci sarebbe bisogno di un rallentamento più vistoso del getto e di una conseguente maggiore ondulazione delle correnti. La presenza dell’alta pressione, paffuta poco più ad ovest del Continente certo non aiuta una simile evoluzione.
Autore : Alessio Grosso