00:00 18 Febbraio 2009

NAPOLI sotto la neve nell’inverno 84-85, momenti di vita…

L’inverno 1984-1985 viene considerato, a ragione, uno dei più freddi del secolo scorso. Una sorta di romanzo breve lo ricorda nei dettagli. A cura di Alberto Fortelli.

All’epoca avevo 22 anni e frequentavo la Facoltà di Ingegneria; anche tutti i miei amici più stretti frequantavano l’Università e gli impegni di studio ci lasciavano, e non sempre, solo i fine settimana liberi. Un rito al quale non avremmo mai rinunciato era quello della schedina del sabato mattina.

Verso mezzogiorno convenivano a casa mia diversi amici, alcuni per partecipare alla schedina, altri per dare fastidio o, vista l’ora, per fare una incursione in cucina ove avevano buone possibilità di mangiarsi una fetta di gateau di patate al forno, pranzo tipico del sabato in casa Fortelli.
Sabato 22 dicembre 1984, in qualità di disturbatore venne anche Paolo, che mi chiese se ero disposto ad accompagnarlo, l’indomani, a fare una immersione subacquea a Posillipo: l’idea non mi dispiaceva e così fissammo anche l’appuntamento.

Dopo aver compilato il nostro bravo sistema ridotto di 7 doppie uscimmo con l’intenzione di fare la consueta passeggiata per via dei Mille, la via “in” di Napoli. Appena usciti dal portone ci accorgemmo che stava piovendo debolmente ed io decisi di rientrare subito a casa, non tanto perché mi spaventassero poche gocce di pioggia quanto per andare subito a controllare i miei strumenti. Infatti le previsioni meteo annunciavano, come detto, un cambio di rotta da parte delle condizioni meteorologiche con l’arrivo della prima vera ondata di freddo della stagione.

Alle ore 12.30 c’erano 12,2°C, il vento spirava da NE f.5, il cielo era quasi coperto per nubi medie da NNO e cadevano ancora rade gocce di pioggia. Nel primo pomeriggio il cielo si aprì decisamente, con la scomparsa della nuvolosità media e l’arrivo di nubi basse da ENE spinte velocemente dal vento che anche al suolo era rinforzato sensibilmente raggiungendo, con alcune raffiche, gli 80 km/h da NE. La temperatura scendeva senza spingersi, però, verso valori particolarmente bassi: alle 20.00 c’erano 10°C, alle 22.00 la temperatura era scesa a 9,2°C con cielo sereno e vento f.5-6 da NE.
Il mattino seguente (23) all’alba c’erano 7°C con cielo sereno e vento f.3-4 da NE.

Alle 10.00 io e Paolo eravamo già a Marechiaro. Il vento stava rinforzando ed il mare era abbastanza mosso ed increspato. Il freddo era piuttosto intenso e credo che Paolo, solo per dimostrare di essere un vero uomo, abbia portato a termine quello che ai miei occhi sembrava un tentativo di suicidio. Un altro tentativo di suicidio fu portato avanti da un nudista solitario che prendeva un bel bagno di quell’inutile sole decembrino che splende basso sull’orizzonte meridionale. Per la cronaca io ero vestito con giacca a vento, berretto di lana e sciarpa e, a memoria, non ricordo che avessi caldo.

Dopo una immersione durata circa un’ora, che fruttò solo una misera cicala, Paolo uscì dall’acqua con un vento che soffiava con f.6-7 da NE. Il suo colore predominante era il viola melanzana: tuttora mi chiedo come abbia fatto a non beccarsi un malanno; a volte mi spingo persino a pensare che, forse, Paolo è realmente un vero uomo. Nel primo pomeriggio il vento raggiungeva con diverse raffiche i 60 km/h da NE, con 10°C alle 14.00. Alle 20.00 la temperatura era scesa a 7°C con cielo sereno e vento f.4-5 da NE.

Il mattino seguente (24) il cielo era nuvoloso per AC da NO con 6°C e vento f.3-4 da N. La pressione durante la notte era scesa da 1018,5 a 1015 hPa. La temperatura nel corso della mattinata si mantenne piuttosto bassa ed il mio animo sempre “assetato” di freddo e di neve iniziò ad entrare in fermento. La mattinata la trascorsi con frequenti passeggiate in villa comunale, dalla quale era possibile scrutare il cielo, con un orizzonte abbastanza ampio, ad ovest e a nord-ovest. La nuvolosità media (AC) era presente in maniera più compatta ad ovest, quindi sul mare, e stante il moto NO-SE stentava a guadagnare terreno verso est.

Alle 12.00 circa si toccò il massimo della temperatura con 7,8°C. La temperatura iniziò poi a scendere gradualmente con il cielo che si era andato coprendo per dense nubi medie stratiformi da NNO. Alle 14.00 iniziò a piovere con 5,5°C. La temperatura era ancora troppo alta per poter vedere anche solo qualche sparuto fiocco di neve tra la pioggia. Coerentemente decisi di fare una puntatina verso le zone collinari di Napoli, ad una quota di circa 250 m s.l.m.. Ricordo che presi il 114, una linea dell’ATAN che, percorrendo via P. Castellino, giungeva sino alla zona ospedaliera. Durante il tragitto, con mio sommo disappunto, smise di piovere.

Il cielo era, però, ancora coperto da una nuvolosità piuttosto compatta. Verso le 16.00, mentre ero in attesa dell’autobus che mi avrebbe riportato a casa, con gli occhi sgranati per avvistare l’oggetto del mio desiderio, potei osservare uno, cento, migliaia di fiocchi di neve: una raffica di vento aveva portato una folata di neve, neve che, comunque, si scioglieva non appena toccava terra.

Guardando verso l’alto era evidentissima, sullo sfondo grigio-chiaro della coltre nuvolosa, la neve che cadeva dando l’impressione visiva di miliardi di coriandoli sospinti dal vento. Ciò che mi sconvolgeva era il fatto che al suolo solo a tratti giungevano delle folate di neve e mi domandavo dove andasse a finire tutta quella neve. Ad un certo punto prese a cadere in maniera più continua pioggia mista a neve. Sulla via del ritorno a casa potei constatare che già a poche decine di metri più in basso la precipitazione era esclusivamente sotto forma di pioggia. Arrivato a casa vidi che la temperatura era scesa a 4,5°C e osservai che la pressione era in ulteriore calo (1012 hPa alle ore 18.00).

Dopo le 19.00 il cielo si aprì completamente. Come ogni anno, io ed i miei familiari, ci recammo da zia Nina, una sorella di mia madre, per trascorrere insieme la serata e gustare il sempre identico a se stesso, e quindi mitico, cenone della vigilia di Natale preparato dalla zia. Quando andammo via, verso le 23.30, il cielo era sereno ed il vento appena percettibile da E. Ricordo mia madre che, malgrado la mia età non più infantile, mi calzava il berretto di lana fin sugli occhi.

In effetti faceva molto freddo: in un tratto di strada che bisognava percorrere per rientrare a casa, si apriva una ampia visuale verso sud e verso ovest: il cielo era limpidissimo e stellato. Giunto a casa potei rilevare che la temperatura era di soli 3,5°C e la pressione aveva continuato a scendere sino a portarsi a 1010 hPa.

Il mattino seguente (25) c’erano 2,5°C con cielo sereno e vento f.1-2 da N (1010 hPa). Sul Vesuvio era caduta la neve, imbiancandolo dagli 800 m in su. Nel corso della mattinata comparvero banchi di nubi medie e alte da N che contribuirono a limitare il riscaldamento: alle 13 si tocco il massimo termico con soli 7,5°C (evidenzio che tutto quello che racconto avviene nel quartiere più mite di una città proverbialmente mite: di qui il frequente utilizzo del vocabolo “soli” riferito ai gradi di temperature che per altre località meglio sarebbero accompagnate dal vocabolo “ben”).

Nel pomeriggio il cielo si mantenne irregolarmente nuvoloso deludendo le mie sempre presenti aspettative di vedere una bella nevicata, di quelle serie però. Alle 19.30 c’erano 5,5°C con cielo nuvoloso per nubi medie da ONO. Verso le 22.30, al di sotto delle nubi medie, comparvero nubi basse da OSO e la temperatura risalì a 6,5°C alle 23.00 gettandomi nello sconforto più nero. Verso mezzanotte iniziò a piovere e la temperatura manifestò una nuova inversione di tendenza.
Il mattino seguente (26) alle 6.00 c’erano 4,5°C e pioveva ancora.

Il mio occhio superdotato riuscì a scorgere, in corrispondenza della zona illuminata da un lampione stradale, la presenza di qualche fiocco di neve acquosa. La visione durò solo pochi minuti in quanto verso le 6.10 smise di piovere. Il cielo rimase coperto sin verso le 10.00 quando una ampia schiarita, delimitata da una netta linea di demarcazione con la parte nuvolosa, si fece strada da ovest. Io ed i miei genitori andammo a fare un giro in macchina: l’itinerario, ovviamente, lo scelsi io in relazione alle mie esigenze di osservazione meteorologica.

Da Fuorigrotta potei constatare che la cima dei Camaldoli, una collina praticamente in città (alta 458 m) alle 9.30 era ancora imbiancata di neve; da Mergellina, invece, osservai che il Vesuvio era ricoperto di neve dai 700 m in su. Il vento in tarda mattinata virò da NNE a NO.
Il mattino dopo (27) il cielo era velato da cirri con 4,5°C e vento debole da NE. Quel mattino accompagnai un mio amico a fare una commissione a Caserta. Durante la prima parte del viaggio, ai lati dell’autostrada, si potevano osservare le campagne ricoperte di brina.

Mi ricordo che feci la considerazione che con 5°C alla partenza non mi sarei aspettato che su di un tragitto a qualche decina di metri più in alto potesse esserci una gelata: quella osservazione confermava in maniera significativa che, in condizioni di cielo sereno e calma atmosferica, possono manifestarsi grosse differenze di temperatura a pochi km di distanza, anche in punti alla stessa quota sul livello del mare. In tarda mattinata la temperatura salì a 10°C ed il cielo divenne molto nuvoloso per nubi medie e basse da SO. Come al solito si manifestava la perversa (almeno dal mio punto di vista) accoppiata “rannuvolamento foriero di precipitazioni-aumento della temperatura”.

Verso le 19.00 iniziò a piovere intermittentemente. Il mattino dopo (28) pioveva debolmente da nubi medie e basse da SE, c’erano 8,5°C ed il vento era debole da N. Dopo le 9.00 la pioggia si intensificò ed il vento virò a NE rinforzando. Verso le 10.00 smise di piovere temporaneamente. Dopo le 11.00 riprese a piovere con intensità debole/moderata. La pioggia si prolungò sin verso le 23.00 per un totale di 12 mm. Durante la notte il vento divenne molto forte da NE ma la temperatura salì a 10°C. Il mattino stesso (29) il cielo era m. nuvoloso per nubi medie e alte da SSE, il vento spirava piuttosto forte da NE e c’erano 9,5°C.

Quella mattina, grazie alle benemerite vacanze natalizie, potei andare a misurare diverse volte la velocità del vento. Per ogni direzione di provenienza avevo delle postazioni di rilevamento che ritenevo ottimali; quando soffiavano venti di provenienza :
-compresa tra SE e SO andavo a Piazza Vittoria, in prossimità della “Colonna Spezzata”;
-compresa tra SO e NO mi recavo sul pontile che collega via Partenope al Castel dell’Ovo;
-compresa tra NO e SE andavo a Via Acton zona Albergo Excelsior.
Alle 10.00 iniziò a piovere debolmente con le raffiche che spesso superavano i 70 km/h con punte di 75 km/h da NE. Alle 12.00 la temperatura era di 10,5°C ed il vento spirava ancora di burrasca f.8 piena da NE. Dopo ogni misurazione tornavo a casa con la convinzione che la temperatura fosse più bassa di quella che poi rilevavo sul termometro; questo era dovuto al tempo di rilevamento piuttosto lungo (5 minuti) che avevo fissato per rendere significativo sia il valore medio da indicare sul mio diario meteo ed incappare in qualche raffica particolarmente intensa. Quante volte ho rischiato di perdere la sensibilità alle mani ed al naso (malgrado guanti e sciarpa sul volto) durante una misurazione! Si può subito intuire che mia madre non abbia mai visto di buon occhio questa mia passione.

Ricordo che alcune volte, quando la temperatura era molto bassa, al di sotto dei pantaloni mettevo due pantaloni del pigiama di lana. Durante la misurazione ero riparato ma quando per ritornare a casa salivo sull’autobus, affollato e con il riscaldamento acceso, facevo delle sudate incredibili. La cosa che avrebbe ucciso per polmonite fulminante una persona non abituata a tali sollecitazioni era il dover percorrere, accaldato e sudato, il tratto di strada che dalla fermata dell’autobus conduceva al portone di casa mia. Che tempi, ragazzi!

Il pomeriggio del 29 dicembre trascorse ventoso. In serata si aprirono parziali scharite con 9,2°C alle 22.00. Il mattino seguente (30) c’erano 9,5°C con cielo molto nuvoloso per nubi medie e alte da ESE e vento al suolo f.6 da NE. La giornata trascorse in maniera meteorologicamente anonima. Il mattino dopo (31) c’erano 6°C con cielo nuvoloso per nubi alte da ESE e vento f.5 da NE. In serata il cielo si rasserenò sotto un vento piuttosto forte da NE.

Il mattino seguente (1 gennaio 1985) il cielo era nuovamente molto nuvoloso per AC da NO con 5°C e vento f.4 da NE. In mattinata la pressione cominciò a diminuire con la temperatura che si mantenne piuttosto bassa: 7,5°C alle 12.00 con 1008 hPa. Nel pomeriggio il cielo si coprì per nubi medio-basse SC-formi da O con 1005 hPa alle 18.00. Durante la notte successiva piovve intermittentemente sotto un vento in deciso rinforzo da O e pressione in caduta libera. Il mattino seguente (2) il cielo era molto nuvoloso per veloci nubi, anche cumuliformi, da O.

Alle 7.00 il barometro segnava 996 hPa con 7°C. Alle 7.30 transitò su Napoli un modesto temporale seguito da una parziale schiarita con 5,8°C. Tra le 8.45 e le 9.15 caddero deboli precipitazioni con una breve grandinata verso le 9.10. Il resto della mattinata trascorse sotto precipitazioni intermittenti con la temperatura sempre piuttosto bassa: alle 12.15 c’erano 6,3°C con la pressione scesa a 992 hPa. Alle 12.20 cadde una fine ma fitta grandinata. Intorno alle 14.00 si fermò la discesa della pressione toccando il minimo di 990,5 hPa.

Il vento virò a NE provocando un ulteriore calo termico. Alle 17.00 c’erano solo 4,8°C con cielo nuvoloso per nubi medie e alte e vento f.6 da NNO. Il mattino dopo (3) c’erano 3,5°C con cielo molto nuvoloso per AS e vento f.2-3 da N. Ricordo ancora mio padre che mi disse che quell’aspetto del cielo era quello tipico delle giornate in cui verrà a nevicare. Questo fatto mi dava qualche speranza in più ma, mantenendo i piedi per terra, passai da una stima probabilistica dello 0,01% ad una dello 0,02% (conosco i miei polli – alias il clima di Napoli!).

Nel primo pomeriggio si formarono nubi cumuliformi sul mare a sud di Napoli che si estesero verso N andando ad interessare la zona vesuviana ed i quartieri orientali di Napoli. Durante la notte successiva il cielo si rasserenò portando ad un deciso abbassamento della temperatura. Il mattino seguente (4) c’erano 2,8°C con cielo sereno e e vento f.5 da N. In mattinata il cielo si annuvolò per AC stratificati da O mentre il vento al suolo virò ad E. Alle 14.50 iniziò a piovere con 6,2°C. La temperatura scese sino a 5°C alle 16.40 quando smise di piovere. Il vento spirava ora debole da S. Dopo le 17.30 riprese a piovere a tratti.

Come quasi ogni venerdi sera io ed i miei genitori andammo a mangiarci una pizza nella nostra pizzeria di fiducia, a Fuorigrotta. Quando uscimmo di casa, verso le 20.00, pioveva con una certa intensità e durante il tragitto la pioggia si intensificò ulteriormente, accompagnata da scrosci di piccola grandine e grumi di ghiaccio, sotto forti raffiche di ponente. Al rientro a casa, verso le 22.00, rilevai che la temperatura stava risalendo velocemente dopo aver toccato un minimo di 4°C. Il vento era in rinforzo da OSO, il cielo era solcato da veloci nubi cumuliformi illuminate dalla luna e la temperatura alle 23.00 aveva raggiunto i 6°C. Che delusione!!!

Durante la notte il vento raggiunse l’intensità di burrasca da SO, con la pressione che scendeva velocemente. Il mattino seguente (5) la temperatura era risalita a 9,8°C, il vento spirava f.7-8 da SO, il cielo era coperto da veloci nubi, a vari livelli, da SO e la pressione era scesa a 992 hPa. Tra le 7.00 e le 13.00 caddero innumerevoli rovesci di pioggia, accompagnati da violente raffiche di vento da O e brusche variazioni nel campo delle temperature (min. 7,5°C verso le 10.00). Nel primo pomeriggio si manifestarono ampie schiarite con vento piuttosto forte da O e 8°C alle 16.00.

Le previsioni del tempo ascoltate in TV quella sera mi riempirono di tristezza: mi pare di ricordare che fu Caroselli ad attentare al mio equilibrio mentale annunciando l’arrivo di una veloce ed intensa perturbazione proveniente dalla Penisola Iberica che avrebbe portato all’instaurarsi di correnti meridionali sul Mediterraneo centrale, ed in particolare al centro-sud peninsulare, con sensibile aumento delle temperature. Pochi credo che possano intuire quanto potessero essere laceranti per la mia psiche quelle tre parole “sensibile aumento temperature”. Le mie speranze di vedere la neve si scioglievano, mò ci vuole, come neve al sole di primavera. Verso le 20.30 il cielo si coprì di nubi medio-alte da O e dopo mezz’ora circa cominciò a piovere debolmente.

Ricordo che pioveva da una distesa di AS che lasciavano individuare il disco della luna. La temperatura si abbassava: alle 23.00 c’erano 5,5°C. Durante la notte il vento rinforzò sensibilmente. Io, dal letto, ascoltavo il rumore del vento ma, stante le previsioni, pensavo che fosse già arrivato lo scirocco; tant’è che non mi alzai neanche per controllare il termometro, convinto che mi avrebbe dato una ulteriore “coltellata”.

Il mattino seguente (6) mi alzai e guardai fuori della finestra: pioveva e mi accorsi che il vento era forte da NE e non da scirocco, come immaginavo. Corsi al termometro e, a sorpresa, segnava solo 3°C. Fui preso da una eccitazione incontrollabile anche perché la temperatura continuava a scendere. Alle 7.30 c’erano 2,5°C e tra la pioggia potevano scorgersi radi fiocchi di neve bagnata. Alle 8.30 c’erano solo 2°C con vento f.7 da NE ma la percentuale di fiocchi non aumentava. Alle 11.30 la temperatura era ancora ferma sui 2°C e la pressione era di 990,5 hPa. Mi chiedevo come mai in alcune occasioni avevo visto bei fiocchi di neve anche con temperature di 4-5°C mentre in quel caso, con soli 2°C, la precipitazione era sotto forma quasi esclusivamente piovosa.

Alle 13.00 si registrò il massimo termico con 2,8°C. Nel pomeriggio la temperatura scese sino a portarsi a 2,2°C verso le 20.00 quando iniziò a cadere nevischio ad intermittenza. Io potei osservare bene il fenomeno in quanto ero in macchina con dei miei amici; il massimo dell’intensità si ebbe mentre transitavano per la Riviera di Chiaia, che, peraltro, può essere considerata la via di Napoli più mite e meglio riparata dai freddi venti settentrionali.

Alle 22.30 c’erano 1,2°C ed il cielo si stava aprendo. Il mattino seguente (7) c’erano 1,8°C alle 6.00, con cielo sereno e calma di vento. Nel corso della mattinata il cielo si coprì di nubi medio-alte da ONO. Verso le 14.20 cadde una breve spolverata di neve con 5,5°C. Verso le 15 iniziò a piovere con qualche goccia mista a neve. La temperatura scendeva piuttosto velocemente. Alle 15,40 telefonò una mia zia che abita sulla zona collinare, a circa 250 m s.l.m., che conoscendo il mio interesse per il fenomeno neve, si prese la briga di comunicarmi che da lei stava nevicando abbondantemente.

Nei pochi minuti che mi allontanai dalla finestra per rispondere al telefono la precipitazione si tramutò quasi esclusivamente in neve anche dove abitavo, con presenza anche di grossi fiocchi. Verso le 16.00, seppur preparato a qualsiasi forma di delusione, quando cessò la precipitazione, provai un vero e proprio odio nei confronti del clima di Napoli (lo so che non sono normale, non c’è neanche bisogno che lo pensiate). La temperatura alla fine del fenomeno era scesa a 2,8°C.

Alle 16.30 iniziarono a cadere deboli folate di neve con 1,5°C alle 17.15. Era tutto molto bello, ero contento, ma quello che avrei voluto vedere era una Napoli imbiancata, anche se solo da 2 cm di neve, ma imbiancata sino al lungomare di via Caracciolo. Uscii di casa per potermi godere in diretta e da vicino una eventuale nevicata. A Piazza Municipio il termometro digitale segnava 1°C e provavo un certo piacere a sentir discutere quasi tutti del gran freddo che stava interessando la nostra città. Dopo le 18.00 si ebbe una schiarita quasi totale sotto un vento f.4 da N. Per l’ennesima volta cercai di convincere me stesso che potevo e dovevo considerarmi soddisfatto di quello che mi era stato concesso di osservare e che tutto quello che sarebbe potuto arrivare in seguito sarebbe stato un di più.

Il mattino dopo (8) il cielo era coperto di AS, c’erano 3,8°C ed il vento spirava f.3 da N. Verso le 10.50 caddero alcuni piccoli fiocchi di neve con 3,5°C e vento f.4-5 da NE. In quei giorni i miei occhi furono messi a dura prova ma da li a poche ore avrebbero avuto il loro meritato premio. Dopo parziali schiarite nel primo pomeriggio, il cielo si rannuvolò sotto un vento f.6 virato da NE a NO. Verso la mezzanotte cominciò a piovere con 3,5°C.

Era piuttosto tardi in relazione al fatto che il mattino seguente dovevo recarmi di buon’ora in facoltà ma la temperatura che accennava ad una seppur timida discesa non mi consentiva di convincermi che era giunto il momento di andarsene a letto. Per riuscire nell’intento dovetti immaginare quanto sarebbe stato bello svegliarsi sotto un bianco manto di neve.

In effetti quel mattino mi svegliai prestissimo e corsi subito al termometro: la temperatura era di 1,2°C e stava nevicando; la neve, comunque, appena toccava terra si scioglieva. Dopo una breve schiarita, verso le 8.15 cadde una breve nevicata con 2°C. La neve sulle zone collinari aveva raggiunto diversi cm di spessore ed era bello vedere le macchine provenienti dal Vomero coperte di 2-5 cm di neve. Uno spettacolo del tutto inconsueto potei osservarlo da Fuorigrotta: era la collina di Posillipo, versante ovest, imbiancata dai 70-80 m in su.

La nuvolosità era ora composta da CU e CB ed il vento spirava con una certa intensità da SO. Verso le 11.30 un ammasso di nubi cumuliformi transitando su Napoli scaricò una intensa precipitazione di neve granulare. Un fenomeno analogo si abbattè su Napoli verso le 12.45: in entrambi i casi la precipitazione fu accompagnata da forti raffiche di vento da O. Alle 13.00 c’erano solo 3°C con vento f.5 da SO e cielo invaso da imponente nuvolosità cumuliforme da OSO. Dopo parziali schiarite, verso le 14.25 cadde una breve ma intensa precipitazione di neve granulare che imbiancò strade ed automobili per qualche minuto. Alle 14.45 c’erano 3,5°C contro i 5°C delle 14.00. Alle 15.15 c’erano 2,8°C sotto un vento f.6 virato da SO ad ONO.

Alle 16.00 cadde un forte rovescio di neve granulare che imbiancò strade ed automobili per circa 10 minuti. Verso le 16.30 si scatenò una intensa precipitazione di pioggia mista a neve e grandine, con violente raffiche di vento da NO. In quel momento (follia!!) mi trovavo sul lungomare e (fortuna!!) potei osservare una tromba d’aria in direzione della penisola Sorrentina. Sentivo che se non avesse nevicato quella sera avrei potuto, come si usa dire, togliermi il pensiero.

Alle 16.50 c’erano 1,8°C e, dopo una brevissima schiarita e relativa pausa nelle precipitazioni, potei osservare quello che mi portò ad una specie di frenesia, non di tipo alimentare come quella che colpisce gli squali quando avvertono la presenza di sangue, ma di tipo meteorologico. Un enorme cumulonembo del genere capillatus avanzava compatto da NO a SE: gli ultimi raggi del sole (già tramontato al livello del mare), illuminandone la sommità ed il margine meridionale, gli conferivano un colore rossastro ed una maestosità che incuteva timore reverenziale.

Verso le 17.15, con le ombre della sera che avevano avvolto definitivamente Napoli, ad ovest il cielo iniziò a diventare luminoso e rossiccio. Le luci della città illuminavano la grande massa di neve in caduta. Nel giro di pochi minuti la abbondante nevicata investì Napoli prolungandosi sin verso le 18.00.

La neve, malgrado fosse copiosa, asciutta e con grossi fiocchi, non riusciva ad attecchire sul suolo bagnato ma solo sui tetti di alcune macchine. Alla fine del fenomeno la temperatura era scesa a 1,2°C. Il tetto a falde della chiesa anglicana di fronte casa mia era impercettibilmente imbiancato; ben diversa era la situazione sulle zone collinari di Napoli ove la neve, avendo fatto presa al suolo già dal primo pomeriggio, aveva raggiunto i 10 cm di spessore, causando una paralisi della circolazione che si sarebbe protratta per circa 48 ore.

Infatti a Napoli le catene per neve le posseggono solo quelli che hanno la casa a Roccaraso o a Campitello Matese. Alle 20.00 la temperatura risalì a 2°C e verso le 21.00 cadde una nuova debole nevicata. I puristi potrebbero dirmi “Guarda, caro Alberto, che la neve che cade dai cumulonembi non è neve vera, è solo un surrogato” ed io potrei rispondergli “Bello, fatti i fattacci tuoi”.
Il mattino dopo (10) il cielo era sereno e c’erano +0,5°C con calma di vento.

Napoli era nella morsa del ghiaccio: lastre di ghiaccio erano presenti dappertutto suscitando curiosità e grossi pericoli per pedoni ed automobili. La temperatura si mantenne gelida per tutta la giornata, grazie anche ad un debole ma tagliente vento di grecale. La massima fu di soli 3°C verso le 14.00.

Il mattino dopo (11) c’erano solo –0,3°C, con cielo sereno e vento f.3-4 da NE. A Capodichino la temperatura minima scese al valore record di –5°C. Anche l’11 gennaio trascorse all’insegna del gran freddo: la massima fu di 5,5°C nel primo pomeriggio. Durante la notte successiva la temperatura scese a +0,2°C ma il cielo andò coprendosi impedendo un ulteriore abbassamento.

Il mattino stesso (12) c’era 1°C ed il cielo stava coprendosi per AC da O. Malgrado le condizioni fossero relativamente propizie a precipitazioni nevose, dentro di me avevo la certezza assoluta che quell’episodio di freddo si era concluso e che ora era il caso di rivolgere le proprie attenzioni non più al termometro ma al pluviometro. La giornata del 12 gennaio trascorse fredda e grigia, con 5°C di massima .
Il mattino dopo (13) c’erano 4,5°C con cielo nuvoloso per nubi medie da S e pressione in diminuzione.

COMMENTO
Molti di voi dopo aver letto questo racconto esclameranno “tutto qui?”. In particolare potrebbero deridermi gli abitanti di Roma che in quei giorni videro la loro città coperta da oltre 20 cm di neve o quelli di Milano che di neve ne dovettero sopportare oltre mezzo metro. Ma io mi accontento di quello che mi fu concesso in quei (per me, eh) mitici 20 giorni dal 23/12/84 al 12/01/1985.

P.S. E’ ovvio che mento spudoratamente quando affermo che mi accontento di quello che mi venne meteorologicamente concesso in quei giorni.
Autore : Alberto Fortelli