00:00 21 Settembre 2010

Monsone africano a “tutta birra”, ecco le influenze sul tempo di casa nostra

Continua l'anomalia dell'indice ITCZ, la linea serpeggiante attorno all'Equatore ove confluiscono gli Alisei dei due emisferi.

Anche secondo il Climate Prediction Center che fa capo alla NOAA l’anomalia è di quelle che si fanno notare. L’ondulazione delle easterly waves, ossia quei serpeggiamenti individuabili a livello della circolazione tropicale e che innesta il suo perno sulla linea di convergenza intertropicale (ITCZ), mostra un salto non indifferente a livello dell’Africa occidentale.

L’ITCZ si erge verso nord sforando il limite medio dell’ultimo decennio (già più settentrionale rispetto al decennio precedente) fissato alla latitudine di 20,9°N. In altre parole tutto l’ammasso temporalesco che si accompagna all’ITCZ risulta più a nord del normale e spinge a sua volta verso nord anche la banda anticiclonica subtropicale.

Perchè questa anomala posizione? Perchè il Monsone dell’Africa occidentale è più pimpante di quanto dovrebbe in relazione al periodo stagionale. Ne deriva una attiva pulsazione di venti meridionali che spinge tutto il blocco circolatorio tropicale e le onde ad esso associate verso latitudini più settentrionali.

Che conseguenze potrebbe recare un tale stato di cose? Se la circolazione extratropicale non opponesse un buon carico depressionario legato alla debolezza del vortice polare, ci ritroveremmo con un bell’anticiclone nord-africano sopra la testa. Sarebbe in altre parole un inizio di autunno in linea come quelli dell’ultimo decennio, ossia più caldo della norma.

Il "rischio" Africa, se così si può dire, permarrà  fintantochè il Monsone non si avvierà al suo spegnimento stagionale. Opportuno infine notare che tale anomalia non compare sul comparto africano centrale, dove i valori sono rientrati dopo aver raggiungo il loro picco ad agosto.

Autore : Luca Angelini