00:00 11 Gennaio 2013

Modello inglese ECMWF contro modello americano GFS: quali differenze?

Questa mattina già sul medio termine ritroviamo una incredibile differenza di vedute tra le previsioni del modello inglese e quelle del modello americano. Esaminiamo quali sono le differenze più grandi.

Ad ulteriore riprova della scarsa predicibilità della situazione che va profilandosi nel prossimo futuro, questa mattina ritroviamo nuovamente delle notevoli discrepanze tra il modello inglese ECMWF ed il modello americano GFS per quanto riguarda l’evoluzione del tempo in Europa oltre le 96 ore.

Quali sono le differenze?

Modello americano: l’aggiornamento mattutino del modello americano pare stringere l’occhiolino ad una evoluzione improntata su una certa ripresa del flusso zonale sull’Atlantico. Un’evoluzione di questo genere porterebbe in prospettiva un nuovo riscaldamento della temperatura che partendo dal versante occidentale del continente guadagnerebbe poi spazio verso est portando ben presto a conclusione la fase fredda ed instabile prevista tra questo week-end e la prima metà della prossima settimana.

Modello inglese: il prestigioso modello sviluppato a Reading (UK) propone invece una tendenza che in prospettiva risulterebbe ben più fredda rispetto a quanto ipotizzato dal modello americano. Andrebbe a scavarsi un corridoio ciclonico ben alimentato da aria progressivamente più fredda proveniente dall’Artico. La massa d’aria fredda affluirebbe sull’Italia e sull’Europa tramite un lungo canale dove i venti si muoverebbero da nord-est verso sud-ovest pescando direttamente aria gelida dalla penisola Scandinava verso l’Europa centrale ed il Mediterraneo. 

Da cosa è determinata tanta diversità nei modelli?

Sostanzialmente il tallone d’Achille dei modelli fisico-matematici risiede nella notevole dose di incertezza sul comportamento della wave due in oceano Atlantico, conseguenza dell’elevazione verso nord dell’anticiclone delle Azzorre.

Ebbene secondo il modello inglese sarebbe proprio la rimonta dell’alta pressione in Atlantico, corrispondente ad una attività della wave due vista ben più vivace che porterebbe come conseguenze una recrudescenza del freddo in Europa. La differenza col modello americano si fa particolarmente accentuata da giovedì 17 gennaio in avanti, quando la rimonta dell’anticiclone in sede atlantica riceverebbe ulteriore spinta verso nord grazie all’attività non del tutto sopita delle depressioni sull’Artico canadese.

Il modello americano opta invece per una scarsa reattività della famigerata wave due. Alcuni impulsi instabili sarebbero liberi di scendere da nord-ovest sin verso il Mediterraneo comportando la creazione di un tipo di tempo nevoso soprattutto sulle creste alpine di confine, ma con scarsi effetti sul resto dello stivale sia in termini di freddo che in termini di precipitazioni. L’anticiclone delle Azzorre reciterebbe un ruolo fondamentale nell’imposizione di questo tipo di pattern, una sua mancata elevazione verso nord determinerebbe la persistenza della sua roccaforte Iberica.

Quale delle due ipotesi risulta più probabile?

Al momento è impossibile determinare con precisione quale delle due ipotesi potrebbe risultare più verosimile. Una risposta potrebbe giungere in nostro aiuto dalle Ensemble spaghetti del modello americano. Il run ufficiale (spago verde) relativo alla previsione Ensemble Verona, risulta più caldo rispetto alla media degli altri spaghi evidenziando così una possibile sovrastima per quanto riguarda l’irruenza dei venti tiepidi oceanici sul vecchio continente.

 

 

 

 

Spago verde ed altri spaghi: quali differenze?

Occorre sottolineare come lo spago verde relativo all’uscita ufficiale del run 00z del modello americano, risulti inizializzato con dati che all’origine sono più precisi e quanto più possibile vicini a quello che è "lo status" atmosferico al momento dell’acquisizione dati. Ulteriori preziose informazioni vengono integrate dai radiosondaggi rendendo maggiormente affidabile la previsione.

Gli altri spaghi vengono invece definiti perturbatori. La loro previsione viene calcolata in base ad un piccolo errore dei dati in fase di inizializzazione. Lo scopo di questa operazione è quello di scovare nelle maglie dell’atmosfera delle possibili strade alternative non contemplate dal run ufficiale.

La previsione dello spago ufficiale risulta quindi più affidabile rispetto alla media degli altri spaghi, questo spiega perchè spesso risulta proprio lo spago verde ad intravedere per primo certe evoluzioni atmosferiche che vengono poi seguite a ruota dagli altri spaghi che si accodano.  

La soluzione del rebus potrebbe non essere così scontata. D’altro canto questa mattina il run ufficiale del modello americano è l’unico a prevedere una risoluzione così semplice e veloce della fase di freddo prevista in Europa. Diversi altri modelli "stringono l’occhiolino" al proseguimento su standard invernali con scambi meridiani di masse d’aria ben più esasperati ed in prospettiva freddo prolungato su diversi settori d’Europa.

Seguite gli aggiornamenti!

Approfondimenti su domenica 13: https://www.meteolive.it/news/Prima-pagina/1/L-inverno-bussa-alla-porta-dell-Italia-domenica-probabile-neve-in-pianura-al-nord/40074/ di Alessio Grosso.

 

Autore : William Demasi