00:00 19 Dicembre 2014

Modello americano: freddo in Europa, freddo in Atlantico?

Quale percorso prenderà il freddo? Interesserà il continente europeo oppure prenderà la via dell'ovest, gettandosi a capofitto sull'oceano Atlantico?

Ancora molto elevata l’incertezza previsionale sull’evento invernale atteso sul finire della mensilità dicembrina. Il nodo cruciale è rappresentato in larga parte dal percorso intrapreso dall’aria fredda nel suo movimento verso le latitudini più basse dell’emisfero. Tutto dipenderà non solo dall’effettiva consistenza della massa d’aria più fredda in discesa dai settori artici ma anche dall’intrusione più o meno forte che avrà l’aria più calda subtropicale nei confronti delle masse d’aria gelida legate al Vortice Polare.

Al momento abbiamo due possibili vie di fuga contemplate dai modelli di previsione. Queste vie di fuga rappresentano due circolazioni ben separate tra loro:

 -nella prima ipotesi l’aria fredda prenderebbe un percorso troppo occidentale. Ne deriverebbe un flusso di correnti tese orientali che, senza interessare l’Europa, si porterebbero con grande rapidità verso l’oceano Atlantico. Questo evento determinerebbe la formazione di una saccatura compresa tra l’Islanda e la Gran Bretagna, allungata col proprio asse da nord-est verso sud-ovest ed alimentata da aria fredda proveniente dalla zona scandinava. Questo pattern al momento pare essere quello con maggiori chance di realizzazione ed è rappresentato dalla combinazione tra East Atlantic oscillation positiva e North Atlantic Oscillation negativa. (EA+/NAO-)

-con l’espansione di una attiva onda di calore dal medio Atlantico verso le latitudini polari e subpolari, l’aria fredda sarebbe obbligata ad avere un percorso molto più meridionale, gettandosi verso l’Europa centrale ed il bacino del Mediterraneo, avviando un sensibile abbassamento della temperatura su vaste aree del continente. Questo pattern è rappresentato dalla combinazione East Atlantic Oscillation e North Atlantic Oscillation entrambe in segno negativo. (EA-/NAO-)

Il regista dietro le quinte di questa complicata situazione atmosferica, è rappresentato dall’intrusione d’aria calda che dai settori medio atlantici, determinerebbe un’azione di disturbo a carico del Vortice Polare. L’intensità con la quale questo flusso di calore andrebbe trasferendosi verso le alte latitudini, agevolerebbe l’evoluzione della circolazione atmosferica verso uno o l’altro scenario.

Scendendo maggiormente nel dettaglio, se l’intrusione di aria calda verso il Polo risultasse troppo debole, il grosso dell’aria fredda andrebbe gettandosi sull’oceano Atlantico settentrionale, questo movimento sarebbe dovuto ad una scarsa o nulla resistenza dell’onda calda. Le conseguenze di questa circolazione allontanerebbero ancora una volta l’inverno dall’Europa. Il bacino del Mediterraneo ricadrebbe nella zona d’influenza dell’aria più calda in risalita dai quadranti sud-occidentali, le temperature risulterebbero miti un po’ ovunque. Qualche occasione di pioggia per le regioni del nord.

Qualora l’intrusione d’aria calda dovesse essere particolarmente intensa, essa farebbe muro alla penetrazione dell’aria fredda in moto retrogrado verso l’oceano, aumenterebbero quindi le chances di freddo per l’Europa.

Nei prossimi aggiornamenti cercheremo di capire quale delle due circolazioni risulterà vincente.
 

Autore : William Demasi