00:00 4 Aprile 2013

MERCOLEDI 10: modelli a confronto

Alta pressione in rimonta o flusso atlantico mite e umido, con un nuovo peggioramento al nord? Ecco le diverse ipotesi vagliate dai due modelli matematici più attendibili al momento.

Secondo il modello americano, il tempo tenderà ad una progressiva stabilizzazione dopo il giorno 10, con l’alta pressione che tornerà a fare l’occhiolino alla nostra Penisola, dopo una lunga assenza.

Il modello europeo invece non è d’accordo. Secondo questa elaborazione, ci vorrà ancora tempo prima che l’alta pressione e il bel tempo si impongano con decisione sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo e sull’Italia.

Nelle stagioni intermedie, come la primavera e l’autunno, è assai facile imbattersi in queste "dicotomie previsionali", che testimoniano appieno la difficoltà dei modelli, nel loro districarsi tra fronti ed isobare.

Ma cosa vede, in sostanza, il modello americano? Beh, ve lo facciamo vedere.

Notate la vasta depressione in sede inglese, in posizione più consona rispetto a ciò che si è visto negli ultimi tempi. La risalita di aria calda richiamata dall’azione del minimo potrebbe imporre il primo "gobbone stagionale" sul bacino del Mediterraneo.

In sostanza, per il modello americano, a partire da mercoledì 10 si innaugurerà un periodo comandato dall’alta pressione e dalla stabilità sull’Italia. In poche parole, bel tempo.

Cosa vede invece il modello europeo? Per par condicio vi facciamo vedere anche questa elaborazione.

La depressione è sempre posizionata in sede inglese, ma le correnti perturbate si dipartiranno ancora sul Bacino del Mediterraneo, proponendo un nuovo peggioramento al centro-nord a suon di piogge e nevicate sulle Alpi.

Il sud verrà invece interessato in maniera marginale, con gli unici fenomeni che potrebbero interessare la Campania e il nord della Calabria.

In poche parole, secondo il modello europeo niente alta pressione e niente stabilità sull’Italia per mercoledì 10.

Chi avrà ragione? E’ davvero una bella domanda. La cosa piu logica sarebbe quella di mediare il risultato di entrabi i modelli, ma non sempre in meteorologia le cose funzionano in questo modo.

Facile che il modello più performante "vinca" la sua battaglia senza possibilità di appello. Al momento diamo un 40% al modello europeo e un 60% a quello americano, ma queste percentuali dovranno sicuramente essere ritoccate nei prossimi giorni. Continuate a seguirci!

 

Autore : Paolo Bonino