Master & Commander: Crowe dà la caccia all’Acheron tra nebbia, tempeste e nevicate
Positiva la recensione del film di Peter Weir.
La fregata del Capitano Jack Aubrey (Russel Crowe) naviga sulla scia della nave francese Acheron che fa rotta verso le isole Galapagos per saccheggiare le baleniere britanniche.
L’Acheron è una specie di nave fantasma che compare all’improvviso e sempre in condizioni favorevoli di vento (sopravento).
Nonostante il parere contrario dell’amico e medico di bordo, il Dr. Maturin, Aubrey ingaggia una lotta sfrenata contro la nave francese.
Dopo Mosquito Coast e l’Attimo Fuggente, ritroviamo Peter Weir in ottima forma nella regia di questo epico dramma navile.
Le scene d’azione per la verità non sono un granchè; spesso confuse e caotiche, nel nome della nuova corrente cinematografica “realista” inaugurata con Platoon, che non ti permettono però di comprendere pienamente da quale parte pendano le sorti della battaglia.
I personaggi invece sono ben caratterizzati, a partire da Crowe, comandante davvero originale, sorridente e comprensivo con la ciurma, anche se fermo nei suoi principi e nei suoi propositi.
Weir poteva invece risparmiarci il taglio del braccio di uno dei tanti giovanissimi attori presenti sulla nave in qualità di allievo ufficiale.
Interessante il riferimento a Giona, figura biblica, che Dio scelse come messaggero per salvare Ninive la grande città. Giona era però un gran disubbidiente ed imbarcatosi su una nave per Tarsis al fine di sfuggire al suo compito, scatenò l’ira del Signore che fece investire la nave dalle ondate. Fu lo stesso Giona a consigliare ai marinai di gettarlo in mare per la loro salvezza. E così fecero e le acque si placarono.
Un Giona per estensione è dunque colui che porta una terribile sfortuna.
Sulla nave si ha la ferma convinzione che vi sia un Giona; uno degli ammiragli, debole ed insicuro, si autoconvince di incarnare questo ruolo e si suicida.
Da quel momento in poi in effetti le sorti della “Surprise” cambieranno.
La nebbia aiuta i nostri eroi a sfuggire all’Acheron in una circostanza sfavorevole, la bonaccia rischia di farli morire di sete, una tempesta per un pelo, si fa per dire, non manda la nave a picco, non guasta qualche fotogramma sotto una fitta nevicata; c’è anche un tentativo di didattica sugli insetti che non disturba affatto, anzi interrompe la descrizione della vita marinara.
Insomma, da non perdere…
Autore : Alessio Grosso