00:00 17 Febbraio 2010

Marzo: malinconia, in attesa del primo colpo di tuono…

L'inverno è finito: l'appassionato va in crisi, ma dura poco, la primavera saprà offrire momenti stimolanti.

Marzo. Il mese più piatto, quello spesso più noioso, quello che non è primavera ma non è nemmeno più inverno, degli alberi nudi ma della gente che già si spoglia ai primi tepori pomeridiani. A marzo può ancora nevicare, ma si respira un’aria diversa, ogni giorno che passa il sole è sempre più alto, le giornate sempre più lunghe. La sera il buio ritarda sempre di più e per un appassionato sono tutti segnali che inquietano.

Si esce sfibrati dalla breve ma intensa stagione invernale passata a caccia di nevicate, nella snervante osservazione dei termometri, notti insonni in attesa di veder comparire il simbolo rettangolare dello zero su quei simpatici aggeggini digitali che ormai vendono anche al supermercato.

L’inverno è stato faticoso: lampione, parabrezza, carte, satellite, radar, ancora lampione, poi i fiocchi: tanti, pochi, svolazzanti, bagnati, fradici, patacche, turbinanti ed asciutti, ravioli. Pioggia, misera pioggerella, pioviggine, pioggia mista a neve, neve mista a pioggia, a tratti neve.

Un inverno così abbatterebbe anche un elefante, bisogna riprendersi, marzo serve a riprendersi, si aspetta. Cosa?
Il primo tuono.
Il primo tuono significa generalmente cambio stagionale. Lascia stare che li hai sentiti anche a gennaio, rarità, ma ora il primo temporale pomeridiano significa che il sole picchia e l’aria “suda” e tira su cumuloni che poi scaricano pioggia.
Autore : Alessio Grosso