00:00 16 Settembre 2014

Mare caldo: rischio di TEMPORALI MARITTIMI VIOLENTI alla prima occasione!

Arriva il caldo, specie al centro-sud, ma ciò potrebbe essere fonte di rischio con l'arrivo della prima perturbazione di stampo autunnale. L'eccesso di calore nel Mediterraneo può venir convertito in energia elettrica e meccanica, con la costruzione di temporali marittimi intensi.

Il rombo sordo del tuono in mezzo al mare è inconfondibile.
Rispetto ai temporali terrestri, quelli marittimi hanno tuoni piu cupi, cavernosi, inquietanti. Spesso restano in mare senza raggiungere la costa, ma quando lo fanno possono determinare nubifragi di eccezionale potenza.

Questo tipo di temporale si distingue per la notevole massa d’acqua presente al suo interno. Le nubi bassissime e la forte umidità indotta dal mare fa si che la percentuale di acqua evaporata prima della caduta al suolo sia trascurabile. In alcuni casi, i temporali marittimi si presentano come vere e proprie "bombe d’acqua" accompagnate da lampi diffusi e tuoni soffocati.

Tutti i temporali marittimi sono pericolosi? Facciamo un distinguo. Se il temporale arriva, scarica e se ne va, non crea mai grossi disagi. Al massimo può provocare allagamenti localizzati, ma le attività umane non vengono compromesse.

Se invece il temporale acquista carattere di autorigeneranza, la situazione può rapidamente precipitare nelle zone colpite. Il temporale marittimo autorigenerante si forma segnatamente sui tratti di costa che hanno alti rilievi alle loro spalle. Le zone d’Italia più quotate sono la Liguria, l’alta Toscana, il basso Lazio, la Campania, la Calabria e le parti orientali della Sardegna e della Sicilia.

Il carburante per la costruzione di questi autentici mostri della natura è indubbiamente il calore del mare. Quest’anno la stagione estiva non ha (quasi mai) presentato picchi termici eccessivi, se non al sud. L’arrivo del caldo fuori stagione previsto per i prossimi giorni (ad opera dell’alta pressione africana in espansione sul bacino centrale del Mediterraneo) potrebbe complicare le cose. In altre parole, il calore in eccesso verrà incamerato negli specchi d’acqua che circondano l’Italia, con tutte le conseguenze del caso.

Ben sappiamo che il mare non smaltisce immediatamente il caldo accumulato, come avviene sulla terraferma, ma tende ad immagazzinarlo nelle proprie acque. Se la situazione meteo resta sostanzialmente stabile, l’eccesso di energia termica presente nelle acque viene liberato lentamente, senza troppi disagi.

Qualora invece il tempo subisse un peggioramento (ad opera di una perturbazione atlantica o un’irruizione fredda dai quadranti settentrionali), l’energia termica accumulata in precedenza verrebbe convertita in energia elettrica (lampi, tuoni, fulmini) ed energia meccanica (vento e pioggia). Ecco la nascita dei temporali marittimi.

Vedremo quale sarà la reale entità dell’ondata di caldo prevista per i prossimi giorni e in base a questa aumenterà il rischio di fenomeni violenti se il mare dovesse essere solleticato da qualche elemento perturbato (cosa assai probabile in questo periodo).

Autore : Paolo Bonino