00:00 3 Gennaio 2018

MALTEMPO: la velocità delle nubi nel cielo: quali risvolti dal punto di vista meteo?

Cerchiamo di capire come la velocità del vento in quota possa influire sulle condizioni del tempo al suolo.

Nubi che vanno, nubi che vengono. Noi le osserviamo dal basso e ne valutiamo la "pericolosità" attraverso la loro consistenza. Tuttavia, ad un’osservazione più attenta, ci accorgiamo che esse sono spesso dotate di movimento.

Questo a volte risulta impercettibile e solo un buon punto di riferimento (un cornicione di un palazzo, un camino ecc.) può renderlo visibile. Altre volte, invece, basta solamente alzare lo sguardo al cielo per vederle correre, mosse da un vento forte che soffia in quota.

Naturalmente più le nubi sono alte, più il loro movimento risulta a noi più lento. Ad esempio il movimento di una nube posta a 500 metri di altezza risulterà meglio visibile dal nostro occhio rispetto ad un cirro posto a 10000 metri. Questo, ovviamente, non significa che la nube bassa si muova più velocemente del cirro, ma semplicemente che essa è posta ad una quota inferiore e noi la vediamo muovere meglio.

Il maggiore o minore movimento delle nubi in cielo può avere ripercussioni notevoli sul tempo che ci attende. Spesso si crede che più le nubi corrono, più le precipitazioni saranno sporadiche e veloci, alternate magari a schiarite. In alcuni casi tale affermazione risulta veritiera, soprattutto se la nostra postazione si trova non troppo vicina a formazioni montuose. In altri casi, invece, può accadere l’esatto contrario: se la corrente principale colpisce ortogonalmente una catena montuosa ( d esempio lo Scirocco che colpisce le Alpi) e la nostra postazione si trova nelle immediate vicinanze, i fenomeni risulteranno esaltati dal forte vento, con precipitazioni intense e persistenti.

In questo caso il vento accentua l’ammassamento delle nubi a ridosso delle montagne. Maggiore ammassamento significa anche maggiore umidità e conseguenti forti piogge.

Una corrente sciroccale debole, invece, può perdere umidità durante il tragitto dal mare verso le Alpi tramite lo scarico di precipitazioni sulle pianure e sulla Liguria. Inoltre i venti deboli non consentono un accumulo notevole di umidità a ridosso delle montagne a seguito di un minore ammassamento di nubi. In questo caso, quindi, le precipitazioni si presenteranno più deboli.

Lo stesso discorso può essere fatto con le correnti da W che dal Tirreno soffiano in direzione dell’Appennino centro-meridionale. Se la corrente risulta debole, le precipitazioni si presenteranno più forti sulla fascia costiera del Tirreno e meno nell’entroterra. Viceversa, con venti molto forti, tutta l’umidità viene trasferita rapidamente verso l’interno, con forti piogge in prossimità dei contrafforti montuosi e precipitazioni praticamente assenti nei pressi delle coste.

In definitiva, forti correnti in quota determinano un’intensificazione delle precipitazioni lungo tutti i rilievi esposti, con piogge scarse sulle pianure e lungo le coste. Viceversa, una perturbazione accompagnata da correnti più deboli determina piogge meglio distribuite lungo tutto il territorio interessato.

Qualora la corrente fosse molto debole, le precipitazioni sarebbero concentrate essenzialmente sui primi chilometri di terraferma e tenderebbero a diminuire di intensità nel loro incedere verso l’interno.

Autore : Paolo Bonino