00:00 25 Aprile 2017

LUNGO TERMINE: l’anticiclone sceglie la via del grande nord, quali conseguenze?

Uno sguardo alle novità messe in luce dall'ultimo aggiornamento del modello europeo ECMWF: ecco le novità in vista per la prima decade di maggio.

Negli aggiormamenti relativi a ieri, lunedì 24 aprile, avevamo discusso in merito all’entrata in gioco di una figura d’alta pressione sui settori occidentali d’Europa entro le prime giornate del terzo ed ultimo mese di primavera meteorologica, maggio. Nelle sue linee generali, quest’oggi tale previsione sembra in buona parte confermata, anche se la lunga distanza previsionale che ancora ci separa dall’evento, rende estremamente incerta quella che sarà la posizione effettiva acquistata dall’anticiclone sullo scacchiere barico d’Europa.

Tra le diverse ipotesi messe al vaglio dai modelli, la nuova figura anticiclonica potrebbe arrivare ad espandersi sino alle latitudini più settentrionali, andando così ad interessare l’oceano Nord Atlantico, il Regno Unito e la Penisola Scandinava. Una posizione alquanto anomala che andrebbe ad emulare un pattern tipico della stagione invernale piuttosto che del periodo primaverile avanzato.

Come sempre accade quando gli anticicloni prediligono le terre settentrionali, il bacino del Mediterraneo ed i paesi europei affacciati all’area mediterranea, farebbero i conti con circolazioni d’aria INSTABILE, in questo caso circolazioni cosiddette "retrograde", cioè in grado di mettere in moto masse d’aria con moto antizonale dai settori orientali europei e dalla Penisola Balcanica, verso il bacino centrale del Mediterraneo. 

La prima decade di maggio potrebbe quindi proseguire verso scenari di tempo incerto ed irrequieto?

Ancora difficile stabilirlo con esattezza, anche se la linea di tendenza comune espressa un po’ da tutti i modelli, rimane quella di una nuova "chiusura" della circolazione instabile oceanica ed il rinforzo di una figura anticiclonica sull’ovest Europa. A quel punto flussi freschi ed instabili orientali oppure settentrionali, potrebbero ritrovare accesso facilitato sull’Europa continentale e da qui spingere la loro influenza sino al Mediterraneo.

Almeno in linea teorica… Per una risposta ragionevolmente sicura c’è ancora tempo. 

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Autore : William Demasi