00:00 11 Febbraio 2016

LUNGO TERMINE; ancora molta incertezza ma qualche parola possiamo già spenderla

Considerazioni sul passato, sul presente e sul futuro; cosa dovremo aspettarci a questo punto della stagione? Verrà seguita la via dell'instabilità o la via dell'anticiclone?

Con questo articolo intendiamo tracciare, seppur approssimativamente, una linea di tendenza relativa alla terza ed ultima decade di febbraio. Lungi dal voler entrare nel dettaglio, proveremo ad inquadrare la situazione futura facendo alcune considerazioni in merito alla circolazione atmosferica che ci ha interessati nel passato e quella prevista nei giorni a venire.

In queste ultime due settimane abbiamo assistito ad una graduale, costante crescita dell’azione di disturbo a carico del Vortice Polare, ne usciamo quindi reduci da un periodo nel quale lo stesso vortice, dopo i disturbi avvenuti nel mese di gennaio, ha riportato alla ribalta nuovamente una situazione di grande staticità nel quale gli anticicloni erano tornati ad invadere le latitudini meridionali d’Europa e le grandi depressioni extratropicali oceaniche governavano il tempo delle latitudini settentrionali.

Il ripristino di questo pattern non ha tuttavia avuto la stessa fortuna di novembre e dicembre, in cui questo stesso disegno atmosferico era rimasto "quasi" immutato per due mensilità. L’avanzamento stagionale e la creazione dei primi warming in stratosfera, hanno gradualmente rimesso in moto le onde di calore che dalla fascia delle medie latitudini sono riuscite ad operare un’azione crescente di disturbo a carico del Vortice in troposfera.

Da qui il ribasso del famigerato Fronte Polare che in questi giorni determina un grande via vai di perturbazioni oceaniche sul nostro Paese, e non solo. L’evoluzione nell’immediato futuro, porterà con se le ferite lasciate in eredità da questa lunga parentesi d’instabilità oceanica, aprendo la strada ad una dinamica ancor più irrequieta di matrice artica. La partita arriverà quindi a svolgersi lungo i binari di una ritrovata meridianizzazione che da un lato avrà il merito di riportare la masse d’aria fredda dalle alte latitudini alla fascia delle medie e delle basse latitudini dell’emisfero, dall’altra potrebbe rendere possibili le prime, grandi invasioni d’aria mite dirette proprio alla fascia delle alte latitudini, bilanciando pertanto il gap termico ancora rilevante tra queste due grandi fascie climatiche.

L’evoluzione relativa alla terza decade di febbraio, nonostante mappe e previsioni deterministiche abbiano frequenti ripensamenti, potrebbe ancora essere influenzata dagli scambi meridiani, con conseguenze ancora tutte da valutare. In ogni caso l’ipotesi che al momento pare da scartare, rimane proprio quella di una ripresa forsennata della zonalità, la quale per motivi intrinsechi di avanzamento stagionale, trova linfa vitale nelle dinamiche caratteristiche della seconda metà dell’autunno come nella prima metà dell’inverno. 

Autore : William Demasi