00:00 4 Maggio 2010

Lo chiedo a MeteoLive…

I lettori ci scrivono, noi rispondiamo


Un appassionato può avere molte soddisfazioni previsionali dall’osservazione diretta del cielo, ma non può prescindere dalla conoscenza dei fondamentali di meteorologia per elaborare le sue previsioni.

Cos’è il FRONTE POLARE: è la linea immaginaria che separa (a tutte le quote) l’aria fredda proveniente dall’artico (che si trova quindi a nord di tale linea) e quella più calda subtropicale (a sud).

In generale a 7-10 km di altezza coincide con la posizione della corrente a getto polare, quindi è sufficiente osservare il comportamento di quest’ultima per capire se aria fredda in quota affluisce verso sud o aria calda risale verso nord.

Se tale corrente a getto scorre linearmente da ovest verso est, non ci sono scambi termici accentuati fra le varie latitudini e quindi la conseguenza più diretta è la formazione di perturbazioni deboli e molto veloci che scorrono da ovest verso est lungo la linea del fronte.

Se invece in seno alla corrente si formano delle onde più o meno profonde, il rimescolamento dell’aria tra nord e sud diventa più marcato e le perturbazioni che si sviluppano diventano più intense (in maniera proporzionale alla “profondità” della sacca di aria fredda che scende verso sud).

Situazioni del genere si verificano dalle nostre parti ad esempio quando ci investono venti di Scirocco intensi (in questo caso il fronte polare forma una sacca molto profonda e stretta con aria fredda che punta la Spagna o addirittura il Marocco per diversi giorni) o arrivano irruzioni di aria polare a tutte le quote ( la sacca fredda ci investe direttamente ed appare molto larga, quindi le perturbazioni ad essa collegata sono leggermente meno intense che nell’altro caso).

Cos’è il VORTICE POLARE: è la struttura di bassa pressione che si trova a gravitare durante tutto il corso dell’anno alle quote medio-alte in prossimità del Polo.

E’ molto più profondo d’inverno che non in estate, ed i suoi movimenti (seppur minimi) o le sue fluttuazioni verso sud nell’uno o nell’altro continente, portano a repentini cambiamenti del tempo su buona parte delle Regioni delle medie latitudini.

In particolare se il vortice è molto forte, garantisce la presenza di una notevole quantità di aria fredda in quota, cosicché se delle depressioni al suolo passano nelle sue vicinanze, si rafforzano notevolmente, spingendo questa aria fredda sempre più verso latitudini inferiori.

In alcuni casi addirittura se il vortice si indebolisce eccessivamente, parte alla ricerca di nuove energie sdoppiandosi e dirigendosi fin verso l’artico, provocando nelle regioni vicine intense ondate di freddo.

Tanto per fare un esempio eclatante, l’inverno 1984-85 conobbe una ondata di freddo così intensa come l’abbiamo vissuta perché in quella occasione il vortice polare si spinse fin sulla Polonia e la Germania, rimanendoci per diversi giorni e lasciando zone come l’Islanda con temperature decisamente elevate.

Nella zona polare alla circolazione ciclonica in quota, corrisponde generalmente una zona di alta pressione al suolo di chiara origine termica.
 

Autore : Alessio Grosso e Lorenzo Catania