00:00 3 Marzo 2020

Le nevicate tardive a MILANO…

Forse molti non ricordano che...

Un meraviglioso risveglio quello del 15 febbraio 1986 per molti milanesi: la temperatura è di +0.2°C e nevica. Una nevicata debole ma continua, cominciata nella notte. Per la verità i prodromi si erano avuti nella mattinata del 14 con una nuvolosità in crescita, i primi fiocchi radi e la temperatura attorno a +1°C. Nel pomeriggio non era accaduto niente di importante ma il vento si era orientato da NE rinforzando e mantenendo la temperatura su livelli prossimi ai 2°C. Si trattava di una configurazione barica particolare.

Sull’est europeo era presente aria fredda, mentre una depressione si attardava sul basso Tirreno convogliando venti sciroccali sull’Adriatico e favorendo il fenomeno dell’acqua alta sulla Laguna Veneta. Dal bordo superiore della depressione affluiva aria fredda da NE e sarebbe ormai stata Bora chiara se un altro corpo nuvoloso non fosse intervenuto sul nord Italia provocando fenomeni nevosi anche a quote basse e localmente anche in pianura.

La mattinata del 15 prosegue con ulteriori spruzzate di neve, poi i fenomeni si attenuano fino a cessare. In poche ore la neve abbandonerà alberi e prati. Si trattava del secondo episodio nevoso dopo quello notevole di fine gennaio e non sarebbe stato l’ultimo.

La domenica successiva, il 23 altra spruzzata originatasi dal precedente afflusso di aria piuttosto fredda da est, ristagnata poi per alcuni giorni senza ulteriori interventi miti occidentali. Anche qui il fenomeno si risolse in maniera analoga: neve nella notte e nel primo mattino poi scomparsa completa dei 2 cm caduti nel corso del pomeriggio.

Sono comunque episodi destinati a far riflettere sul cuscino freddo. Il maggiore soleggiamento di febbraio c’entra poco; tutto dipende dalla massa d’aria a cui siamo soggetti. Ad esempio nel gennaio e febbraio del 94 la Lombardia e in genere tutto il nord Italia risentirono di un lungo periodo di siccità. Negli ultimi giorni del mese aria fredda affluì da est raffreddando sensibilmente la temperatura. Nei primi giorni di marzo una perturbazione riuscì a penetrare nel Mediterraneo, ma la temperatura era ormai risalita troppo perchè le correnti da est erano cessate da circa 48 ore.

Nonostante tutto, anche con l’avvezione calda, la neve cadde copiosa fino a quote collinari, specie sul Piemonte, e nel primo giorno con precipitazioni nevicò a Varese, mentre fiocchi misti a pioggia caddero fino alle porte di Milano.

La bellissima nevicata del 3 marzo 2005 seguì un’intensa irruzione fredda da est e il transito del fronte da sud ovest regalò ben 15cm di coltre bianca.

La nevicata dell’8 marzo del 95 seguì addirittura una fase favonica fredda, anche se i germi di un intervento dell’aria più fredda in quota erano stati un supporto non trascurabile.

In ogni caso dall’ultima decade di marzo in poi fino ad Aprile inoltrato (salvo casi eccezionali) le precipitazioni nevose al piano intervengono solo in seguito al rovesciamento d’aria fredda dalle quote superiori in seno al passaggio di fronte che stimolino la convezione. Fino a quella data la presenza di cuscini freddi, sia pur sempre più blandi, è ancora possibile.

Autore : Alessio Grosso