00:00 13 Marzo 2006

Le BOMBE di Grosso: “marzo continuerà con questo trend frescolino, aprile molto più benevolo”

Parte una simpatica rubrica che sarà on-line ogni lunedì con le proiezioni a lungo termine curate dal nostro previsore responsabile Alessio Grosso.

C’è voglia di primavera, c’è voglia di scoprirsi, pensare e progettare alcuni week-end nel verde e perchè no sognare le vacanze estive.

Sapete bene che in passato fino a Pasqua il tempo si è spesso comportato in modo capriccioso, perlomeno secondo il nostro intendimento di persone viziate che vorrebbero avere sempre il sole.

Memori di questo non dovremmo pretendere più di tanto dalla stagione primaverile, che è nota per dispensare acquazzoni e non solamente belle giornate di sole.

Invece siamo qui a domandarci come potrebbe evolvere la stagione primaverile che in questi primi timidi passi (primavera meteorologica) appare in balia del Generale Inverno.

Come sapete i recenti modelli sperimentali di previsione a lunga scadenza sono basati sulle anomalie delle temperature oceaniche, mentre il metodo precedente, elaborato dal Prof. Roeder, si basava sugli scarti barici al livello del mare verificatisi nei mesi precedenti sull’emisfero nord, per prevedere come sarebbero state disposte le figure bariche in quelli successivi, individuando di conseguenza eventuali anomalie.

Da qui a lanciare a grandi linee una previsione mensile il passo è breve: lì più vento, là più pioggia, meno pioggia, più freddo, più caldo, più o meno stabilità.

Dobbiamo dire che il Prof Roeder aveva ampiamente previsto che questo mese di marzo sarebbe risultato caratterizzato da una forte anomalia barica negativa sulla Scandinavia e difatti ecco il Vortice polare ad influenzare quelle zone con freddo, precipitazioni e generale instabilità, Roeder aveva anche previsto un muro anticiclonico sull’ovest del Continente ed ecco come si spiega l’isolamento del mite Atlantico e quanto sia vulnerabile l’Italia alle correnti da nord.

Correnti da nord e freddo però significano precipitazioni e neve soltanto sulle zone esposte a questo tipo di correnti, cioè le zone centro-meridionali adriatiche e a tratti anche l’Emilia-Romagna, mentre tempo secco altrove.

Il mese di marzo dunque sta sottolineando una volta di più quanto le perturbazioni atlantiche classiche siano in forte crisi nell’area mediterranea, come appare in crisi la penetrazione del freddo dalla Valle del Rodano che aiutava a formare quella depressione sul Mar ligure che tanto servivano e servono a portare le piogge anche sull’ovest del Piemonte, in particolare su Torino, che rimane sempre ai margini di ogni situazione perturbata. La siccità si costruisce anche così, non piove una settimana, due, tre, quella perturbazione non scarica pioggia, quella depressione ci sfiora, quell’altra non si forma e così si arriva alla secca dei fiumi.

Per l’equinozio di primavera si nota una nuova irruzione fredda diretta questa volta più ad ovest sul Continente, in grado di provocare precipitazioni anche al nord: insomma marzo continuerà con questo trend frescolino e non è detto che ci scappi anche qualche nevicata tardiva a sfiorare Valpadana e ad imbiancare sino a bassa quota prima le Alpi e poi l’Appennino, aprile invece dovrebbe mostrarsi più benevolo dal punto di vista termico, gli americani lo vedono leggermente più caldo del normale, non mancheranno comunque i primi veri temporali stagionali anche al nord, sulla Pasqua è ancora impossibile, vagamente suicida, fare previsioni.
Autore : Alessio Grosso