00:00 28 Novembre 2007

Lago caldo oltre lo stretto di Bering e il vortice polare si lacera. Inverno deviato verso l’Europa?

La disastrosa estate appena trascorsa ha ferito gravemente l'orgoglio Artico e il ghiaccio stenta a riformarsi sulla guancia polare al di là dello stretto di Bering. Quali saranno le possibili conseguenze sull'Europa?

L’estate del 2007 è stata sicuramente una delle più devastanti per il Mar Glaciale Artico. Una serie di fattori concomitanti hanno messo a dura prova la banchisa polare soprattutto sul lato aleutinico. Prima l’abbondante afflusso di acque dolci provenienti dai fiumi siberiani colmati da piogge insistenti, poi la formazione di una persistente azione anticiclonica a latitudini polari che ha incrementato il soleggiamento sopra al pack, hanno provocato il generale collassamento della copertura glaciale mettendo a nudo la superficie marina la quale ha iniziato anche a riscaldarsi.

Essendo il sistema oceano-atmosfera strettamente legato da azioni reciproche di causa effetto, siamo portati a pensare che una tale anomalia possa indubbiamente avere un impatto non indifferente anche sulle configurazioni pressorie dell’intero emisfero, soprattutto in considerazione del fatto che ad oggi in quel braccio di mare (contrariamente a quanto avviene sul lato europeo dove invece il pack gode di buona salute) la banchisa non ce la fa e sta lasciando ancora allo scoperto molti, troppi chilometri quadrati. La causa che mantiene tuttora quel settore sgombro dai ghiacci potrebbe ricercarsi in una persistente e intensa azione depressionaria in zona isole Aleutine che ha spinto ultimamente costanti flussi miti meridionali oltre lo stretto di Bering ma non è tutto.

Se andiamo a controllare le configurazioni bariche al di sopra del Polo Nord notiamo un vortice polare gravemente ferito proprio su quel settore a causa di una vigorosa rimonta anticiclonica a cuore caldo che si sta sviluppando sopra alle acque del mare di Cukci sul lato artico dello stretto di Bering.

A lungo andare questa configurazione potrebbe destabilizzare il vortice polare, favorendo uno sbilanciamento dello stesso sul lato europeo. L’attuale andamento dei venti d’alta quota, come segnalatoci dall’indice stratosferico QBO (Oscillazione Biennale del vento in stratosfera) ci induce a pensare ad una possibile deviazione retrograda del blocco freddo verso la mittle-Europa. Se tale manovra andasse in porto l’inverno avrebbe via libera per irrompere decisamente anche sull’Italia essendoci la possibilità di aggancio con quella falla di acque più fredde presente nel Mediterraneo che ha funzionato ultimamente da catalizzatore per le formazioni depressionarie sul nostro Paese.
Autore : Luca Angelini