00:00 8 Luglio 2016

La ROULETTE dei TEMPORALI POMERIDIANI: quando si formano, dove si formano e perchè si formano…

A chi tutto...e a chi niente. I temporali sono così.

Che temporale! Piove talmente forte che non si vede quasi più nulla. Le strade si sono trasformate in torrenti e in mezzo alla pioggia c’è anche un po’ di grandine. Abbiamo cumulato 30mm in un’ ora di precipitazione, un valore notevole…

Passato il temporale, andiamo a trovare un amico che abita a pochi km di distanza dalla nostra abitazione; arrivando sul posto notiamo che l’asfalto è appena bagnato, senza pozzanghere evidenti.

Restiamo stupiti che in una zona molto vicina alla nostra non sia quasi piovuto…e le parole del nostro ipotetico amico ce lo confermano: "si sono sentiti molti tuoni, ma pioggia ne è scesa pochissima".

Quando i temporali non sono organizzati in un vero e proprio sistema frontale, ma sono dettati solo dal contrasto di masse d’aria, possono risultare molto violenti, ma di estensione limitata. La natura non trae molto beneficio da questi fenomeni, ma indubbiamente è molto meglio avere temporali localizzati piuttosto che tempo secco ad oltranza.

Per risolvere in maniera convincente un eventuale deficit pluviometrico sono necessarie piogge estese e di moderata intensità. In un giorno di pioggia moderata e continua si possono accumulare anche il doppio dei mm rispetto ad un singolo evento temporalesco, a patto che questo non risulti violentissimo.

Inoltre piogge intense e di breve durata che cadono su un terreno secco, esercitano un’azione di scivolamento a valle piuttosto che di penetrazione all’interno degli interstizi del suolo.

La diversa morfologia del terreno, che si ripercuote anche su una maggiore o minore copertura vegetale, influenza il distaccamento delle termiche dal suolo; queste bolle di aria calda sono molto importanti per la genesi dei temporali pomeridiani. Se un pendio montuoso si presenta senza alberi, la roccia nuda può assorbire maggiormente i raggi del sole che determinano un suo riscaldamento. Se un rilievo si presenta invece totalmente coperto da vegetali, l’assorbimento del calore da parte del terreno sarà minore, essendo in parte neutralizzato dalle fronde.

Minore riscaldamento del terreno significa minore produzione di termiche e di conseguenza di nubi cumuliformi ed eventuali temporali. In poche parole, è molto più facile che un temporale pomeridiano si sviluppi in un luogo con minore copertura vegetale, piuttosto che in prossimità di una zona totalmente verde.

Questo discorso vale solo per i temporali di calore, che nascono e muoiono sul posto, sempre che non intervenga una corrente in quota in grado di spostarli su altre zone. In caso di sconfinamento, i temporali di calore possono colpire anche zone relativamente lontane dal luogo di origine (vedi pianure e coste) e la lontananza sarà direttamente proporzionale all’intensità della corrente in quota.

Un altro fattore che influenza la crescita dei temporali pomeridiani è sicuramente la presenza di laghi, magari anche artificiali, che si trovano in valli abbastanza strette circondate da montagne anche elevate. In questo caso il lago crea un surplus di umidità che viene sollevata dal riscaldamento delle rupi circostanti assieme alle termiche; l’aria che viene forzata a salire sarà quindi caldo-umida e la formazione di nubi temporalesche viene esaltata.

Molto improbabile, se non impossibile, che un temporale pomeridiano si sviluppi in mare aperto. In questo caso l’umidità è presente in abbondanza, ma la presenza dell’acqua, la cui temperatura è quasi sempre inferiore a quella dell’aria, non consente il sollevamento di termiche.

L’umidità, seppur presente, è costretta a rimanere nei bassi strati; mancando la condensazione del vapore acqueo, la formazione delle nubi verrà di conseguenza scoraggiata.

Autore : Paolo Bonino