00:00 31 Ottobre 2009

La prima brina di stagione negli ultimi dieci anni al nord-est

La prima brina non rappresenta soltanto uno splendido fenomeno atmosferico coreografico, ma anche un utile parametro non strumentale per identificare l’arrivo dei primi freddi stagionali.

Alzarsi di buon mattino quando fuori è ancora buio. Il primo chiarore giallastro all’orizzonte, il cielo terso, poi il sole che piano piano fa capolino e i primi raggi deboli e stanchi ad illuminare con luce obliqua bianche superfici ricoperte da miliardi di minuscoli cristalli di ghiaccio.

Forse è questa l’immagine della brina che meglio la rappresenta, un’immagine che evoca sensazioni semplici, autentiche, come il ricordo di un freddo mattino invernale e di quell’aria frizzante ma generalmente secca, che non penetra in profondità e dalla quale è facile difendersi.

È naturale quindi aspettarsi la brina in inverno, quando la temperatura può raggiungere e varcare con facilità la soglia degli zero gradi (almeno a livello del suolo).
Ma la prima brinata di stagione in genere quando si verifica? E in epoca di global warming dovremo aspettarci di ritrovarla a stagione sempre più inoltrata?

A guardare alcuni dati sembrerebbe proprio di no. Proviamo ad esaminare per esempio il caso del nord-est, con particolare riferimento alla pianura veneto-friulana.

Dall’analisi degli ultimi dieci anni si può facilmente capire come il fenomeno della prima brinata stagionale presenti un’ ampia variabilità interannuale con gli estremi assoluti in questo caso determinati dalla brinata tardiva del 2000 verificatasi addirittura il 27 di novembre, e dalla brinata precoce proprio di questo 2009 avvenuta il 15 di ottobre, come si vede, si tratta di una forbice piuttosto ampia di quasi un mese e mezzo. Già da questi primi dati si potrebbe inoltre intuire la presenza di un possibile trend orientato all’anticiparsi progressivo di questa data nel calendario, in effetti considerando anche tutti gli altri anni, il trend risulta effettivamente caratterizzato da un leggero anticipo di data, con una media collocata tra il 5 e il 6 di novembre.

Le altre brinate precoci ottobrine si sono verificate il 17 ottobre 2003 e il 21 ottobre 2007, annate peraltro proseguite con una stagione invernale pressoché normale dal punto di vista termico nel 2003-2004 e fortemente anomala con temperature quasi sempre sopra le medie nel 2007-2008.

Insieme all’anno 2000, si segnalano invece prime brinate di stagione tardive nel 2001 (15 novembre), nel 2005 (18 novembre) e nel 2008 (19 novembre), anche queste non correlate con particolari ricorrenti caratteristiche climatiche delle stagioni invernali successive.

L’arrivo della prima brina segnala infatti generalmente soltanto un episodio legato al primo vero raffreddamento stagionale e non una rottura definitiva dei tepori autunnali con passaggio a freddo duraturo. Sono frequenti infatti i casi in cui all’evento freddo (irruzione di aria artica continentale) che ha determinato la comparsa della prima brina segue a breve un ritorno altrettanto rapido a condizioni climatiche nettamente più miti caratterizzate o da episodi sciroccali con piogge anche intense oppure da invasioni decise di anticicloni afro-mediterranei (situazioni entrambe verificatesi in successione anche quest’anno).

Conoscere quindi la data in cui si verifica la prima brina di stagione non costituisce certamente di per sé elemento utile ai fini di una eventuale previsione stagionale per l’inverno successivo, ma può rappresentare comunque un interessante parametro meteoclimatico aggiuntivo indagabile a scopo puramente statistico.
Autore : Fabio Vomiero