00:00 8 Gennaio 2004

La pioggia percepita come un impiccio dalla società moderna

Amare considerazioni sul nostro rapporto con la pioggia.

In una società non più rurale, come la nostra, si è perso il semplice concetto della necessità e della positività delle piogge.

La gente che esce, magari vestita alla moda e con la messa in piega appena fatta, per andare a lavoro, per fare lo shopping, per andare a prendersi un aperitivo, o per passare un weekend all’aperto, è contenta di non avere a che fare con la pioggia, vissuta ormai solo come un fastidioso ed inutile impiccio.

Ci si accorge della sua mancanza solo quando l’acqua non esce più dai rubinetti, o se non c’è neve per la settimana bianca, o quando, guardando nel guardaroba, ci si accorge della presenza di un indumento, ormai inutile, come l’impermeabile.

Diciamoci la verità:
la maggior parte delle persone non sopporta la pioggia, e i meteomen della TV lo sanno bene.

Andare a ricordare alla gente che, invece, contenta di approfittare di un’altra bella giornata, è da troppo tempo che non piove come dovrebbe, di certo, oltre a non cambiare le condizioni atmosferiche, fa cambiare canale più facilmente.

Poi ci sono, invece, quei TG che creano “il caso” anche per un semplice temporale, parlando di quelli che sono normali eventi atmosferici in un’ ottica sempre negativa, causa di disgrazie immani, di accadimenti eccezionali capaci di produrre enormi epidemie influenzali, incidenti stradali e quant’altro di male possa causare la natura.

Se volete qualcuno che parli di meteo nel modo che piace a noi (amanti della natura e della meteo) non cercatelo in TV (almeno non in quella che c’è adesso).

Nei vari viaggi all’estero mi sono reso conto che la nostra TV è la meno attenta alle problematiche della campagna.

Programmi riguardanti la nostra ruralità sono sempre più rari e trasmessi in giorni e in orari improbabili…al massimo poi parlano solo di gastronomia…!

Un tempo, almeno, c’era “l’almanacco del giorno dopo”, che, ricordando i periodi di semina e di raccolto, ci faceva perlomeno percepire che l’Italia in cui viviamo non è fatta solo di città, ma soprattutto di campagna, di montagna e di mare!

In Irlanda, in Francia, ma anche in Spagna, ho potuto constatare che le rubriche meteo in TV, peraltro più lunghe e precise delle nostre, sono affiancate sempre da dei reportages per documentare la situazione nelle varie zone del paese, trasmissioni condotte da esperti che, semplicemente e senza fare allarmismi esagerati, spiegano la situazione delle campagne, delle montagne e dei mari.

Da noi, invece, esiste solo lo smog in città, la tintarella al mare e poi, al massimo, se piove o c’è vento, se è più freddo o più caldo, è tutta una apocalisse di eventi meteo da fine del mondo.

In questi giorni ho pensato alla rabbia e alla preoccupazione di alcuni amici del forum di questo quotidiano e ad alcune frasi da loro pronunciate.

Mi sono reso conto che, naturalmente, il loro risentimento non è tanto contro l’atmosfera, nè contro i modelli previsionali (che certo non guidano l’atmosfera ma la osservano impotenti cercando di prevederne le mosse in modo spesso troppo fantasioso ed errato) ma è verso questo processo di “snaturalizzazione”, intesa come allontanamento dalla natura a cui sta andando incontro la nostra società, TV comprese.

Il fastidio si acuisce soprattutto pensando che siamo ancora, come è normale che sia, una popolazione intimamente dipendente dall’agricoltura e dai suoi derivati, che la nostra bellissima nazione è formata in gran parte da campagna coltivata e non…e che invece le nuove generazioni crescono con la convinzione che la meteo sia solo un mezzo per capire l’abbigliamento più opportuno per andare a scuola il giorno dopo, o se splenderà il sole per la partita di pallone.

La siccità, semplicemente, non è un loro problema.

Il risparmio idrico è una fantasiosa scusa dei genitori per risparmiare sulla bolletta, e la pioggia è solo una fastidiosa e noiosa variabile di cui tener conto per la passeggiata serale in centro.

Non sanno, non percepiscono, e nessuno si impegna per farglielo capire, che fuori dal loro piccolo mondo cittadino c’è ben altro, e che invece stanno crescendo lontano dal mondo reale, senza conoscere la straordinarietà dei suoni e degli odori della campagna e del bosco sotto una pioggia autunnale.
Autore : Massimiliano Santini (Marvel)