00:00 27 Dicembre 2010

La Nina ci mette lo zampino?

Dopo diverse interferenze gli effetti tipici della Nina sembra vogliano prendere il sopravvento da qui fino a tutta la prima decade di gennaio. Ipotesi e conseguenze.

Le forzanti climatiche a larga scala non influiscono sulla circolazione generale dell’atmosfera in modo lineare e diretto. Un fenomeno come la Nina ad esempio, tanto decantata ormai da mesi per il suo particolare vigore sulle acque del Pacifico equatoriale, non produce effetti nell’immediato, ma con un certo ritardo, ritardo dovuto al suo inserimento tra gli altri tasselli che compongono il complesso sistema di scambio-oceani-atmosfera.

In Europa ad esempio, le conseguenze della Nina arrivano dopo circa 3-4 mesi, tuttavia possono venire schermate da altre forzanti precedenti, ritardare o anticipare i suoi effetti, amplificarli, inibirli o mischiarli in un grande calderone apparentemente senza un filo logico nè statistico. Fino ad ora difatti sull’Europa la tipica configurazione da Nina ancora non si era fatta notare, se non per brevi periodi.

Eccola invece salire in auge dalla fine di dicembre e fino alla prima decade di gennaio, con un potente anticiclone che si stabilizzerà nei pressi delle Isole Britanniche, e una discesa fredda ma secca verso gli Stati mediterranei, Italia compresa. Beh, il fenomeno arriva a proposito, dopo tutta l’acqua che è venuta ci stava proprio bene una pausa di tempo asciutto.

Bisognerà poi capire le intenzioni di questo anticiclone. Le mappe individuano in questa possente figura un blocco pressochè invalicabile per le perturbazioni atlantiche, pertanto il proseguo dell’inverno non vedrà intervenire più il tempo mite e piovoso consono all’autunno ma una fase più propriamente dedicata alle caratteristiche da pieno inverno, con il grande gelo subito dietro l’angolo al di là dell’Adriatico.

Tutto arriverà infatti dai quadranti settentrionali e risulterà quindi manipolato dall’orografica che si frapporrà tra noi e le correnti in arrivo. Farà freddo, a tratti anche piuttosto intensamente: sembra possibile infatti un calo generale delle temperature sotto le medie del periodo tra il 3 e l’8 di gennaio, stante però un tempo complessivamente secco, a parte locali fenomeni esaltati dall’orografica (versante adriatico-meridione). Il sole quindi non mancherà, mentre la neve sulle nostre montagne, caduta finora in grande abbondanza specie sulle Alpi, potrà egregiamente conservarsi fino alla prossima mossa del generale, attesa non prima di metà gennaio.

Autore : Luca Angelini