00:00 17 Marzo 2008

La Nina alla deriva sul Pacifico, Ecuador alle prese con piogge e inondazioni

Lo stato sud-americano alle prese con una grave e prolungata fase di maltempo che sta portando forti piogge dalla fine del gennaio scorso. Si contano anche numerose vittime

La Nina, terribile bambinella dell’oceano Pacifico, abbandona le coste sud-americane e prende il largo verso il Pacifico. Le acque fredde che solitamente risalgono dai fondali oceanici, caratterizzano periodi prevalentemente asciutti se non addirittura siccitosi ma in questi ultimi mesi qualcosa in questo delicato meccanismo si è inceppato.

Le acque fredde non risalgono più in prossimità dei litorali ecuadoriani ma alcune centinaina di chilometri più ad occidente, mentre una circolazione a più piccola scala si è instaurata in prossimità delle fasce costiere. Acque più tiepide hanno rimpiazzato gli spazi lasciati vuoti dalla Nina determinando la medesima fenomenologia atmosferica tipica del Nino.

Da qui ecco le piogge che da fine gennaio hanno letteralmente inondato a più riprese le regioni ai piedi della catena andina. Le autorità locali dell’Ecuador hanno decretato lo stato d’emergenza in tutto il Paese in seguito alla recente ripresa di forti piogge. Estese inondazioni hanno causato nelle ultime ore la morte di molte persone, migliaia di senza tetto e danni economici incalcolabili.

Il presidente Rafael Correa ha fatto sapere che il decreto d’emergenza permetterà di salvare vite umane, preservare le infrastrutture pubbliche e i mezzi di produzione privati, mentre nelle ultime ore si è reso necessario anche l’intervento dell’esercito.

Secondo la protezione civile ecuadoriana sono oltre 50.000 le persone che hanno subito gravi danni da questa situazione di maltempo. Il bilancio delle vittime è ancora provvisorio e conta al momento 30 morti. Colpite da pesanti inondazioni soprattutto le province della costa di El Oro e Manabì.

Altre fonti, facenti capo alle varie organizzazioni umanitarie impegnate sul posto, parlano tuttavia di 37 morti e sei dispersi, mentre l’acqua ha causato gravi problemi a 90.000 persone, delle quali almeno 12.000 sono state costrette ad abbandonare le loro case.
Autore : Luca Angelini