00:00 20 Febbraio 2013

La neve tra giovedì e venerdì al nord

Modelli discordanti, un vero rompicapo per i previsori.

Una corrente da est tesa e fredda nei bassi strati, un’altra altrettanto tesa da ESE alla media quota e tutti i fenomeni che spariscono dalle pianure e si concentrano sui rilievi. Così stamane, aprendo molti modelli ad area limitata, siamo rimasti un po’ di stucco, giacchè la previsione doveva in effetti risultare un po’ diversa.

Abbiamo allora confrontato diversi modelli e provato ad ipotizzare una soluzione mediata, che tenesse conto non solo dell’orografia, delle correnti in quota, che risulteranno mediamente occidentali, della vorticità, del periodo, cioè la fase finale dell’inverno, in cui la convezione risulta esaltata.

Ne è emerso un quadro che potrebbe riassumersi così, confermando quanto esposto negli ultimi giorni:
-graduale trasformazione della pioggia in neve sulle zone di pianura del nord nel corso della mattinata di giovedì con fenomeni sparsi, a prevalente carattere di rovescio, più intensi sull’Emilia, sulla Lombardia e inizialmente forse anche sull’alto Piemonte.

-Accumuli più importanti sull’Appennino emiliano, specie oltre i 500m, in pianura soprattutto sull’Emilia, altrove solo in aperta campagna, difficilmente nelle aree cittadine.

-venerdì i fenomeni tenderanno a concentrarsi su Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, dove unitamente alla bora, potranno risultare anche di una certa intensità, prima di attenuarsi entro il pomeriggio-sera. Miglioramento già ad ovest.

-nevicate sono attese a quote basse anche sulle zone interne della Toscana, specie Mugello, Casentino, Pratomagno, sull’estremo nord dell’Umbria e su Nerone e Catria nelle Marche, con rovesci di neve all’interno nel Pesarese-Urbinate e neve anche a San Marino.

In definitiva le regioni più interessati dai fenomeni dovrebbero risultare quelle nord orientali.
 

Autore : Alessio Grosso