00:00 17 Febbraio 2020

La NEVE a ROMA…Ricordi da brividi!

Le grandi nevicate su Roma...

1939: mezzo metro di neve
1956: il 2 ed il 9 febbraio ed il 18 e il 19 febbraio, è il periodo nevoso piu’ lungo nella Capitale.
1965: La nevicata piu’ copiosa tra il 9 e il 10 febbraio con 50 centimetri di neve.
-degna di nota la nevicata del 5 marzo del 1971.

Incredibile la serie di nevicate registrate all’Epifania: nel 1947, 1953, 1967, 1985 e 1986.

Nel 1985 molta neve: traffico paralizzato, linee telefoniche saltate, trasporti pubblici bloccati, aeroporti e stazioni bloccati.

Febbraio 86: fu l’ultima vera nevicata nella capitale fino a quella del febbraio 2012. 

In quell’intervallo di tempo a Roma ci furono solo fugaci apparizioni di nevischio: nel febbraio del ’91, nel dicembre del ’96, nel febbraio del ’99, nel gennaio del 2002 e il 23 gennaio 2004 e nel febbraio del 2010.
Menzioniamo poi grazie al lettore Gabriele De Angelis:  la nevicata del 18 Marzo 1985, del 17 Dicembre 2010, quella del 5 Marzo 1987 e del 27 Gennaio 2005

Ricordo perfettamente la sera del 5 gennaio 1985. Avevo 15 anni; in televisione c’era l’ultima puntata di Fantastico legata all’estrazione della Lotteria Italia. Mia madre stava finendo di lavorare ai ferri un maglione che mi voleva regalare per la Befana. Ad un certo punto, verso le 23, il mio quartiere (Appio – Latino) si oscura per un black-out. Mio padre, dopo circa mezz’ora di buio, si affaccia sul balcone per vedere se nelle altre case fosse tornata la luce.

Niente da fare. Rientrando in casa dice: "Mamma che freddo! Si sta anche annuvolando. Chissà che non nevichi!" E comincia a ricordarsi di quando era piccolo e nel 1939 a Roma fece 50cm di neve.

Mi racconta del tragico inverno del 1944, durante la guerra, quando centinaia di soldati morirono di freddo, soprattutto nel centro Italia. In quel tempo, lui si trovava in Abruzzo e ricorda temperature polari (di quelle vere: -20, -30!). Per non parlare del 1956 in cui a Roma nevicava una volta a settimana da gennaio ad aprile.

Al suo invito ad andarmene a letto, vista l’ora tarda, ero ormai eccitato all’idea di risvegliarmi l’indomani, oltre che col maglione cucito da mia madre sotto la cappa della macchina del gas, anche con la mia città imbiancata.

Puntualmente, venni svegliato da mia madre che, eccitata anche lei, mi urlava: "Andrea!!! Presto svegliati!!! Vieni a vedere….NEVICAAAA!!!" Dopo qualche attimo di dormiveglia, incredulità e …brividi di freddo, in una frazione di secondo sbatto il naso contro la finestra della cucina dalla quale filtrava una luce insolita, e resto ipnotizzato alla vista dei palazzi coperti di neve e dei fiocchi che abbondanti continuavano a cadere da un cielo monocolore a perdita d’occhio.

Che gioia immensa! Mi vesto in tre secondi, mi metto il maglione nuovo di zecca, sveglio mio fratello più grande e lo costringo ad accompagnarmi a fare un giro per Roma a piedi o con la metropolitana per fare un pò di foto ad uno scenario che non ero mai riuscito a vedere nella mia città. 

Trovo un alleato in un vicino di casa. Mi ricordo che mi chiusi alle spalle la porta di casa spezzando la voce di mia madre che con la sua solita apprensione cercava rassicurazioni sul fatto che fossi abbastanza coperto e protetto dalle intemperie.

Andammo a Villa Borghese. Tutto era bianco. Continuava a nevicare. I miei concittadini erano….totalmente impazziti. Soprattutto i bambini, ovviamente. Ma non solo. Che ricordi!!! Lo stesso anno fece 5cm di neve il 21 marzo proprio allo scoccare della primavera astronomica: altri tempi!!!

1986 La sera del 10 febbraio la mia attenzione cadde per caso ad un lampione posto sotto casa! Mi avvicino alla finestra, esco sul balcone: neve, sì sì, nevicava. 10 minuti e smette Vado a dormire. La mattina seguente mi preparo per andare a scuola e sull’autobus mi accorgo che fuori dai vetri appannatissimi sta nevicando di nuovo. Scendo una fermata prima e percorro il tragitto fino scuola sotto una pioggia mista a neve. Fa troppo caldo. Il termometro di Via Appia segna 3°C. Piove. Amen.

La mattina passa tra neve mista a pioggia con tutta la scuola affacciata alla finestra a implorare la neve per potersene andare a casa. Ricomincia a nevicare. Tutti a casa prima che si blocchi tutto. Ma il bello deve ancora venire. E’ la sera dell’11 febbraio 1986. Sulle macchine ci sono 2-3 cm di neve. Il cielo si copre. In lontananza si sentono dei tuoni fortissimi. Evidentemente un temporale. Eppure fa freddo ma ancora non cade niente. All’improvviso si comincia a vedere qualche fiocchetto. Poi, qualche fioccone. In un attimo, comincia a nevicare con un’intensità che non avevo mai visto prima.

Resto incollato alla finestra del salone col vetro che si appanna ripetutamente al ritmo del mio respiro eccitato, col naso appiccicato sul vetro. Nevica, nevica, nevica. Suona alla porta la mia vicina di casa. "Avete visto come nevica?" Rimango incollato al vetro. Continua a tuonare. Un vero temporale di neve. Attacca in un attimo sulla patina lasciata dalla neve mattutina.

Le macchine si ricoprono in un attimo. 10-20-30-40-50cm!!!! L’atmosfera è ovattata. Un silenzio insolito avvolge la mia strada e il mio quartiere. Una specie di magia. "A kind of magic" cantavano i Queen in quel periodo e si stava materializzando proprio davanti ai miei occhi. Non potrò mai dimenticarlo!

Autore : Dottor Andrea Giuliani, Arpa Lazio