00:00 6 Settembre 2010

La mega-grandinata di domenica nel Bolognese, ecco le cause

L'evento, circoscritto ma di notevole violenza, si è accanito in particolare nella zona di Imola. Diverse auto praticamente distrutte dai chicchi grandi come mandarini. Quali sono state le cause di un fenomeno dalle conseguenze così inaspettate?

L’atmosfera è una macchina estremamente complessa e per questo anche molto affascinante. La messa a punto dei modelli fisico-matematici e la sofisticazione degli elaboratori ne ha permesso una soddisfacente modellizzazzione, tale che ora possiamo comprendere i motivi che hanno determinato lo scatenarsi di questo piuttosto che di quell’evento.

Occhi puntati quest’oggi sulla impressionante grandinata abbattutasi nel pomeriggio di domenica 5 settembre nell’Imolese. La situazione a prima vista, dal punto di vista sinottico, non era di quelle che faceva presagire fenomeni particolarmente violenti, tuttavia ad uno sguardo più attento si notano alcuni particolari che sarebbero poi risultati determinanti nello scatenarsi della furia del cielo.

Tutto è partito dal transito di un piccolo asse di saccatura alle quote superiori dell’atmosfera lungo l’Adriatico. Tale manovra ha preso origine ed energia da una vasta circolazione depressionaria presente sull’Europa orientale. Dal punto di vista termico si è notato alla quota di circa 5500 metri un braccio di aria fredda staccarsi dal nucleo depressionario principale e scivolare lungo l’Adriatico con direzione di provenienza nord-occidentale.

Alle quote inferiori invece affluiva aria più mite ed umida dai quadranti meridionali, con l’aggiunta di un flusso sciroccale al livello del mare che risaliva dall’Adriatico e penetrava fin sulla pianura Padana per andare a colmare un piccolo minimo sul golfo Ligure. Sui cieli dell’Emilia si venivano a sovrapporre dunque tre tipi di flussi, uno sostenuto, freddo e secco da nord-ovest ad alta quota, uno moderato mite e umido da sud alle quote medie e uno debole molto umido da sud-est a livello del suolo.

L’iniezione, pur minima, di vorticità ciclonica sulla verticale di questo incrocio di venti da messo in moto correnti verticali che si sono poi avvitate in senso antiorario seguendo il differente taglio di vento alle varie quote. E’ la classica situazione di "shear" positivo in direzione e velocità.

Il riscaldamento solare diurno avutosi fino a quel momento, ha fornito poi quella marcia in più che ha permesso al sistema di partire in convezione e di costruire gli ammassi nuvolosi temporaleschi. Imola si è sfortunatamente trovata sotto la torre convettiva maggiormente sviluppata, quella in seno alla quale le correnti ascendenti erano così forti da riuscire a sostenere i chicchi di grandine fino a notevoli dimensioni.

Ma secondo la legge della gravità, prima o poi tutto quello che è in alto tende a cadere. Ecco fatta la "frittata".

Autore : Luca Angelini