00:00 11 Novembre 2010

La fine del mondo? SI, ma solo tra cinque miliardi di anni. E il Global Warming? Quello si interromperà prima…

Continua la discussione infinita (e forse anche inutile) sul futuro del Pianeta.


PREMESSA: di effetto serra e cambiamento climatico abbiamo parlato molte volte su MeteoLive: abbiamo scomodato l’astronomia, le eruzioni vulcaniche, la mano dell’uomo, i meteoriti; con questo articolo intendiamo fare un po’ il punto della situazione inserendo elementi per così dire "nuovi", qualche variante in più per aiutarvi a plasmare meglio la vostra opinione personale.

QUANDO CI ESTINGUEREMO? Se guardassimo al sole dovremmo pensare alle sue scorte di combustile. Già, potreste chiedermi, come stiamo a scorte? La verità è che ne abbiamo per cinque miliardi di anni. In seguito il Sole diverrà una gigante rossa e ci ridurrà in cenere. Cinque miliardi di anni sono tanti: abbiamo tempo per esplorare nuovi mondi, portare qualche nostro rappresentante su un altro pianeta, studiare meglio l’Universo che ci circonda. Eppure, basterebbe una brutale ed incurabile epidemia, una guerra atomica, una catastrofe naturale senza precedenti per accorciare sensibilmente i tempi di sopravvivenza del pianeta Terra.

TROPPO IMPEGNATI NEL QUOTIDIANO Ciascuno guarda nel suo orticello. Nelle nazioni più industrializzate, impegnate strenuamente alla ricerca del profitto, del benessere e dell’edonismo, l’idea che una catastrofe possa distruggere in pochi giorni quanto è stato creato dall’uomo non tocca molto da vicino la popolazione; lo testimonia il modo assolutamente passivo e superficiale con il quale milioni di persone osservano alla Tv le immagini di uno sconvolgente terremoto o di una eruzione vulcanica. La realtà virtuale ha sostituito quella reale, perchè è più spettacolare, più cruenta e nell’uomo, fin nella tenera età, c’è quella punta di sadismo per cui finchè il dramma non lo tocca da vicino è persino divertente da vedere, e se i morti sono pochi e le immagini poco spettacolari, l’interesse cala.

L’EFFETTO SERRA E’ IL VERO PROBLEMA? Eruzioni vulcaniche, Tsunami giganteschi, impatti con asteroidi, terremoti devastanti possono indubbiamente condizionare da un momento all’altro l’esistenza di milioni di persone, ma se limitassimo l’analisi del clima del futuro ad un andamento più lineare, meno turbolento, che tipo di sintesi potremmo fare alla luce della rivisitazione delle vecchie teorie e alla formulazione di quelle nuove? Innanzitutto, c’è da chiedersi se l’effetto serra sia il vero problema. La risposta è FORSE, ma senza strapparci i capelli e battere i pugni sul tavolo.

Il rialzo termico tanto repentino, verificatosi negli ultimi 30 anni sembra averci sconvolto. Siccome incredibilmente sembra che il clima non possa permettersi di mutare, subito si è cercato un responsabile. Poco più della metà degli scienziati dicono: dell’uomo. Secondo costoro per due secoli l’uomo ha avvolto la Terra in una coperta di anidride carbonica, biossido d’azoto, metano. Ora la Terra starebbe reagendo perchè la fase di equilibrio si è alterata, il pianeta è stato lanciato a velocità supersonica verso il caldo. (teoria peraltro ancora tutta da dimostrare) Fargli invertire la rotta è una missione impossibile, farlo rallentare è possibile, sempre che tutte le nazioni si accordino in tal senso: cosa assai ardua.

MA COSA POTREBBE ACCADERE NEL PROSSIMO FUTURO (di così grave)? Riscaldamento ad oltranza? Beh, attenzione, qui cominciano i guai:
-va considerato il ciclo delle macchie solari, che può avere un ruolo significativo nello scaldare e nel raffreddare il pianeta. -In particolare: poche macchie solari e forte attività vulcanica possono favorire un certo raffreddamento o anche uno più importante, così come è successo tra il 1450 e il 1850.

-Un buco "freddo" tra il 1946 e il 1975, in piena epoca industriale, con diminuzione della temperatura, così come la leggerissima decrescita attuale non è ancora stato giustificata pienamente dagli scienziati. Dunque è possibile qualche ulteriore pausa nella crescita termica, la cui durata è imprevedibile.

-Parecchia "frizione" tra esperti esiste anche circa le conseguenze del caldo…
Più malattie? Opinabile.
Più inondazioni, mareggiate, tempeste? Opinabile.

-L’arretramento dei ghiacciai è ormai sotto gli occhi di tutti ed è palese che se il clima seguiterà a scaldarsi, almeno quelli alpini, sono destinati ad una rapida scomparsa, almeno temporanea. E su questo punto siamo d’accordo tutti, ma come mai al Polo sud il ghiaccio aumenta raggiungendo valori record? Nessuno lo sa spiegare veramente. 

-L’aumento della temperature potrebbe favorire ulteriori dissesti idrogeologici? Possibile, ma niente affatto certo. E L’ERA GLACIALE? La teoria delle glaciazioni di Milankovich sostiene che le variazioni dell’inclinazione dell’asse terrestre e le variazioni dell’orbita della Terra intorno al Sole provocano una generale riduzione della radiazione solare che colpisce la superficie e dunque un generale RAFFREDDAMENTO. La critica che viene mossa a Milankovich è la seguente: perchè ciò che lui descrive è accaduto solo 10 milioni di anni fa, e non in altri momenti della Storia della Terra?
RISPOSTA GIUSTIFICATIVA: perchè solo quando il livello dell’anidride carbonica scende sotto la soglia critica (440 ppm) scatta l’influenza astronomica. Siccome i livelli di anidride saranno sempre superiori a questo livello, nel futuro queste teorie potranno essere scartate? Dilemma… E qui arriva in aiuto lo scioglimento dei ghiacci. Scalda oggi, scalda domani, grosse quantità di acqua fredda in arrivo dal ghiaccio sciolto, invaderebbero il nord Atlantico, mandando in crisi la Corrente del Golfo. In poco più di 50 anni le Isole Britanniche tornerebbero in un regime di gelo che presto potrebbe coinvolgere molte altre zone dell’Europa in una reazione a catena.

Seguendo Milankovich l’era interglaciale è praticamente finita e dovremmo già essere entrati in una nuova era glaciale; il problema è che, per colpa nostra, dicono molte fonti autorevoli(???), il raffreddamento è stato mascherato, o meglio attutito. Potrebbe invece il riscaldamento di oggi preparare il terreno al raffreddamento di domani? In altre parole non potrebbe essere questo il meccanismo con cui è regolato il clima della Terra per mantenere una sorta di equilibrio? La risposta è probabilmente: SI.

I processi di FEEDBACK, retroazione, sono ben noti agli scienziati, solo che incredibilmente passano in secondo piano, in nome del motto: "clima impazzito verso una deriva bollente". Negli anni 90 negli Stati Uniti un modello climatico ha simulato questa eventualità: ebbene, nell’arco di 3000 anni, le acque fredde dell’Artico verrebbero sospinte nell’Atlantico settentrionale. Il ghiaccio insomma potrebbe raggiungerci in ogni modo: dobbiamo solo scegliere se congelarci subito o se rosolarci al forno per preparare meglio il freddo che verrà.

Autore : Alessio Grosso