00:00 27 Ottobre 2017

L’Italia e il Mediterraneo come il SAHEL entro pochi anni?

Le fasi siccitose non sono mancate nemmeno nel passato ma quella di quest'anno per molte regioni rischia di diventare la peggiore di sempre. C'è un rischio Sahel per l'Italia?

Pronunci Sahel e pensi subito ad una terra arida, desolata, a stretto contatto con il Sahara. In realtà le cose non sono andate sempre così per questo territorio africano che va dall’Oceano Atlantico sino al Mar Rosso, dal Senegal sino all’Etiopia.

Fino agli inizio degli anni 70 piogge relativamente abbondanti avevano portato questi Stati a migliorare le loro condizioni di vita; c’era stato un relativo benessere, coinciso con un aumento della popolazione. L’aumento demografico spinse ad una vasta operazione di disboscamento che non fece altro che favorire l’avanzata del deserto.

La stagione delle piogge nel Sahel dovrebbe durare circa 4 mesi: da giugno a settembre. Segue poi una lunga fase asciutta per il restante periodo dell’anno. Il mese più piovoso è agosto. Dal 1972 in poi improvvisamente le piogge cessarono di cadere su gran parte del Sahel; non si trattò di una diminuzione transitoria, alternata a fasi piovose, non piovve praticamente più fino al 1985, ad eccezione di qualche sporadico fenomeno nel 1974. Una tale siccità provocò un inesorabile prosciugamento del famoso Lago Ciad; la vegetazione scomparve per migliaia di km.

Con la siccità arrivò anche la carestia: oltre due milioni furono le perdite umane. Come possa essersi modificato tanto rapidamente il clima della regione resta un mistero: molti scienziati collegano il tutto all’effetto serra, altri al Nino, altri alla scarsa incidenza del monsone africano nella zona, altri ancora pensano al disboscamento.

Le ondate di caldo africane che interessano sempre più spesso il nostro Paese, la persistenza dell’anticiclone per molti mesi anche fuori dall’estate devono farci pensare che la risalita verso nord della cella di Hadley possa in qualche modo farci vivere periodi siccitosi come accaduto nel Sahel?

Nulla si può escludere a priori ma la siccità di quest’anno nasce da una concatenazione di eventi così "sfortunati" che è difficile possa ripetersi nell’immediato, anche se ancora non se ne vede la fine e questo certamente inquieta non poco.
 
Oltretutto la circolazione meridiana sempre più accentuata rispetto all’idebolito flusso zonale sta modificando sensibilmente la distribuzione di precipitazioni sul territorio. Se ad esempio le saccature affondassero per molti mesi sulla Spagna, l’Italia rimarrebbe sempre con temperture sopra la media, se viceversa l’anticiclone proteggesse l’Iberia come successo per molti anni, sarebbero loro ad avere problemi idrici. Insomma la situazione è altalenante, l’importante è che nessuna di queste configurazioni si fossilizzi come sta accadendo negli ultimi mesiriteniamo comunque che si tratti di una situazione transitoria, di colpo zone che non hanno visto una goccia d’acqua possono passare a vivere una situazione alluvionale, basta una depressione di quelle che restano bloccate nel Mediterraneo e tutto si trasforma.

Il clima dell’Italia è questo, la latitudine, l’orografia, la presenza del mare determinano spesso situazioni estreme o completamente diverse da regione a regione.
 

Autore : Alessio Grosso