00:00 29 Dicembre 2014

L’INVERNO sull’Italia si chiama “EA NEGATIVO”

L'andamento dell'East Atlantic Pattern (EA) descrive quasi alla perfezione quelli che sono stati i cambiamenti circolatori avvenuti nell'emisfero boreale nell'ultimo secolo.

L’indice EA (East Atlantic Oscillation) è forse il parametro che più di altri è in grado di descrivere come nel tempo sia andata profondamente mutando la circolazione atmosferica dell’oceano Atlantico e del continente europeo nei sui elementi più salienti. Negli ultimi decenni abbiamo infatti visto fallire molte volte la stagione invernale a causa di una semipermanente d’Islanda molto, troppo attiva, oppure di una iperattività del lobo canadese del Vortice Polare. In caso di positività di questo indice infatti, la circolazione atmosferica atlantica risulta governata da intense depressioni poste alle latitudini settentrionali, contrapposta a frequenti anticicloni alle medie latitudini, una circolazione di venti tendenzialmente occidentale, che lascia poco spazio all’inverno europeo, condannandoci ad una eterna mitezza portata dai venti occidentali. 

Col passare del tempo è andata infatti trasformandosi profondamente l’intera circolazione dell’emisfero boreale. Tra i grandi scomparsi dei nostri inverni, rimpianto da molti, l’anticiclone russo siberiano che, specie nelle annate antecedenti il 1950, tendenva a congiungersi con l’alta pressione oceanica, creando il famigerato "ponte di Weikoff", una configurazione sinottica spesso e volentieri sintomatica di GRANDE GELO sull’Europa e sul Mediterraneo. Con la "quasi" scomparsa dell’anticiclone russo-siberiano, sono diventate molto più rare anche le elevazioni dell’anticiclone atlantico, sempre più propenso a distendersi sull’Europa lungo i paralleli ma non più lungo i meridiani.

Sino agli anni 70′, avere ondate di freddo invernali dure e crude, avveniva con una certa frequenza, l’anticiclone russo era una costante meteorologica di molti inverni. Adesso è diventata una pura rarità, cosí come sono diventate rarità le elevazioni dell’anticiclone oceanico verso le alte latitudini, a favore delle circolazioni occidentali che al contrario si sono fatte molto più frequenti.

Non possiamo affermare con certezza se si tratti o meno di surriscaldamento climatico, anche se, a volerla dire tutta, non è escluso che un aumento seppur minimo della temperatura media globale, possa avere in qualche modo amplificato gli effetti di questa tendenza.

Una serie di altri fattori predisponenti, avrà sicuramente giocato un ruolo chiave nell’agevolare questo mutamento. Una trasformazione che in primis riguarda la dislocazione del Vortice Polare in troposfera, operando così profonde e sostanziali modifiche tra la circolazione atmosferica che governava molti anni or sono, e quella che invece, sempre più spesso plasma gli inverni dei nostri anni. Tra i tanti indagati di questa trasformazione, l’indice AMO. (Atlantic Multidecadal Oscillation – Oscillazione Multidecennale Atlantica)

Nell’immagine qui proposta, sono registrati tutti i mutamenti dell’EA Index di questo secolo e del secolo scorso. La quasi totalità dei picchi negativi più o meno importanti, hanno coinciso con delle stagioni invernali molto dinamiche sull’Europa. Notare come nel tempo l’andamento dell’EA Index sia cambiato profondamente, virando da valori negativi a valori spiccatamente positivi. Potrete inoltre notare come anche negli ultimi anni, i picchi negativi abbiano coinciso con degli eventi invernali molto importanti a livello europeo ed italiano. Se ne può dedurre che tanti anni fa, l’atmosfera fosse molto più predisposta a creare dinamiche invernali "importanti", rispetto al presente. 

Autore : William Demasi