00:00 12 Gennaio 2019

L’INVERNO riuscirà davvero a conquistare tutta l’Europa nella terza decade del mese?

Il modello americano non più così convinto, quello canadese molto di più, l'europeo sforna altre soluzioni.

C’è grande fermento intorno alla previsione per la seconda parte del mese di gennaio. L’attore protagonista, l’alta pressione, potrebbe finalmente farsi da parte e concedere alle saccature atlantiche di inserirsi più direttamente nel Mediterraneo, oppure fuggire verso nord e favorire l’affondo di profondi vortici di origine polare proprio a ridosso dello Stivale, portando maltempo e freddo.

Ma ci sono anche altre versioni: da quelle che al momento paiono più improbabili, cioè la formazione di un nuovo anticiclone di tipo termico sul centro Europa con masse gelide pronte a muoversi a ritroso verso il Mediterraneo entro martedì 22 (modello europeo), a quelle in cui invece l’alta pressione, avrebbe comunque la meglio su tutti e su tutto, concedendo solo modesti passaggi nell’ambito di correnti occidentali solo leggermente ondulate e dunque senza freddo o fenomeni di rilievo.

Chi avrà ragione? Siamo in un momento delicato. Secondo il modello canadese (corsa di controllo) un iceberg (vortice freddo) colpirà la nostra alta pressione e questa si farà da parte, prima di implodere e di concedere spazio ad altri ingressi perturbati, carichi di neve e pioggia. 

Diciamo che tutti i modelli finalmente hanno capito che qualcosa potrebbe succedere nella terza decade del mese, ma il modello americano, proprio sul più bello, ha fatto stamane qualche passo indietro, mentre gli altri lo hanno fatto in avanti. 

Il tutto potrebbe anche concludersi con un episodio perturbato di stampo tardo autunnale, che in fondo non sarebbe affatto male perché porterebbe comunque precipitazioni, ma chi ha seguito le sorti del vortice polare anche in stratosfera, sa che il disturbo che si è appena propagato in troposfera, potrebbe durare a lungo, anche per settimane e questo potrebbe aprire scenari anche molto più estremi e caotici di quelli tracciati stamane dai modelli.

Non manca però la percentuale non trascurabile di chi pensa ad una sostanziale "bolla di sapone" e che il tutto verrà ricondotto ad una fase di semplice variabilità. Insomma un cambiamento ci sarà, ma di che "pasta" sarà fatto non è ancora lecito stabilirlo. 

IN SINTESI
nel periodo 16-20 gennaio
: fase di variabilità sull’Italia, solo relativamente fredda, con qualche precipitazione possibile soprattutto al centro e poi al sud.

nel periodo 21-26 gennaio: possibile fase molto dinamica sull’Italia, a tratti perturbata, con precipitazioni e venti forti e neve a quote basse, clima più freddo. 

L’attendibilità della prima fase è del 55-60%, della seconda ancora non superiore al 35%.
 

Autore : Team di MeteoLive.it