00:00 13 Agosto 2009

L’indice AMO parla chiaro, l’Atlantico prosegue il raffreddamento

Pur con i suoi alti e bassi, uno degli indici di più recente ricostruzione l'AMO, oscillazione multidecenale delle temperature atlantiche, pare orientato ad un complessivo trend di discesa con notevole anticipo rispetto alla normale cadenza del ciclo trentennale.

Dopo la PDO (oscillazione multidecennale delle temperature del Pacifico boreale) in discesa libera e la fase di Nina che ha raffreddato per gli ultimi due anni le acque del Pacifico equatoriale occidentale (su quel settore è subentrato adesso un certo riscaldamento), ora anche gli indici atlantici mostrano una propensione al ribasso.

L’AMO (Oscillazione Atlantica multidecennale) identifica un ciclo multidecenale delle temperature superficiali dell’oceano Atlantico che dura tra i 20 e i 40 anni. L’andamento temporale di questo ciclo in verità non è ancora stato studiato a fondo, la sua recente scoperta non permette infatti una valutazione precisa e inequivocabile di questa oscillazione.

Il ciclo, iniziato alla fine del 1994, ha raggiunto il suo apice nel 1998 e ora si trova in fase calante… fin troppo calante, visto che la fase negativa, secondo lo schema conosciuto finora, non dovrebbe iniziare prima del 2014.

In sostanza l’AMO rappresenta l’andamento delle temperature superficiali dell’oceano Atlantico le quali vengono influenzate dall’andamento della Corrente del Golfo. Il motore dell’AMO risiede nell’Atlantico tropicale dove le acque si scaldano notevolmente a causa della intensa radiazione solare.

Il calore viene poi trasportato dalla Corrente del Golfo verso nord e raggiunge così Islanda e Groenlandia (fase positiva). Questa situazione favorisce l’approfondimento della fascia depressionaria canadese determinando come risposta un indice NAO (pressione ai due capi dell’Atlantico) fortemente positivo. Le perturbazioni scorrono in questo caso alle alte latitudini e il bacino del Mediterraneo viene spesso invaso dall’anticiclone subtropicale (anni recenti).

Nel frattempo le acque tropicali molto calde e cariche di energia provocano su quelle zone forti temporali con intense piogge. Queste tendono a raffreddare le acque sottraendone anche la concentrazione salina. La Corrente del Golfo si indebolisce e l’Atlantico settentrionale si raffredda (fase negativa). Le perturbazioni atlantiche riescono ad entrare decise sul Mediterraneo apportando periodi piovosi con estati fresche (anni ’70).
Autore : Luca Angelini