00:00 13 Febbraio 2009

L’alta pressione si ingrassa e punta a regalarci qualche giorno di primavera da martedì 17

La stagione fredda quest'anno sembra avere sette vite e nell'ultima metà del mese ingaggerà una disputa serrata con l'alta pressione. Cerchiamo di capire come andrà a finire.

L’inverno è una vera macchina da guerra. Ora, dopo il coinvolgimento anche del centro-sud, possiamo senz’altro affermare senza remore che la stagione fredda in Italia ha dato davvero il meglio di sè. Qualcuno adesso si aspetterà che qualcosa cambi, che l’inverno molli la presa. In realtà, tra le carte che seguitano a proporci scenari un po’ confusi, traspare qualcosa ma la parola finale, il nesso che li lega, spetta ai soliti indici.

Ebbene, fatto salvo il noto singhiozzo del vortice polare, ancora costretto a dimenarsi nella sua sede come ci fanno sapere i suoi indici, l’AO al suolo e il NAM in alta quota, occorre esaminare altri fattori per poter così anticipare quello che le carte stesse ci potrebbero proporre nei prossimi giorni.

Una volta stemperata l’attuale ondata di freddo, parliamo della prossima settimana, la ferita depressionaria sull’Europa centro-orientale rimarrà aperta, seppur ricucita parzialmente da un anticiclone atlantico in vena di spanciamenti verso il Vecchio Continente.

In un primo tempo pare perfino che il signore del sereno riuscirà far sentire la sua influenza, riportando il sole sull’Europa occidentale e anche su buona parte dell’Italia. Si ingaggerà pertanto una ltta serrata tra inverno e primavera.

Per comprendere e anticipare le mosse del nostro anticiclone però dobbiamo andare alla radice, dobbiamo capire dove e come si innesta l’alimentazione subtropicale che lo gonfia e lo fa pavoneggiare. Quella pompa di calore è racchiusa nell’attività temporalesca delle latitudini equatorali, quella che è noto come indice MJO, oscillazione di Madden e Julian.

Ebbene, secondo quanto previsto dal Climate Prediction Centre dell’ente americano NOAA, la MJO non sarà mai molto potente (causa freno imposto dall’attuale situazione di Nina light), tuttavia risulterà piccante quel tanto da portare comunque il suo contributo. Sarà infatti la sua prossima fase a manipolare i fili del nostro anticiclone. Lo gonfierà ma nello stesso tempo lo tenterà a spingersi anche verso le alte latitudini atlantiche.

Essendo la coperta di questo anticiclone troppo corta, il lato europeo potrebbe tornare dunque a rimanere scoperto e in balia delle incursioni fredde rilasciate dal vortice polare. Ecco infatti alcune carte che ci mostrano dopo il 21 di febbraio un nuovo serio affondo depressionario condito da aria molto fredda prelevata direttamente dall’Artico scandinavo.

Per ora tutto ciò è solo una ipotesi, quella al momento più probabile. Le possibilità che tutto ciò vada in porto sono ancora dell’ordine del 35-40%, tuttavia questa linea di tendenza trova alcuni importanti riscontri anche in analisi condotte da molti centri di calcolo. Insomma, inverno ancora in lizza, primavera per il momento ancora lontana.
Autore : Luca Angelini