00:00 3 Dicembre 2013

INVERNO in parziale controtendenza rispetto al recente passato: vediamo perchè

L'inverno meteorologico appena iniziato mostra già adesso delle sostanziali differenze rispetto a quelle che sono state le caratteristiche intrinseche delle stagioni invernali del recente passato. In che cosa consistono queste differenze? Quali potrebbero essere le prospettive future?

L’inverno 2013-2014, almeno nelle sue battute iniziali, presenta alcune sostanziali differenze rispetto a quello che è stato il comportamento dell’atmosfera durante le passate stagioni invernali, caratterizzate da indici AO e NAO fortemente negativi. Esistono infatti discrete probabilità che gran parte della stagione possa trascorrere sotto una sostanziale neutralità di questi indici, od al più oscillando tra una leggera positività o negatività degli stessi, con valori compresi tra +1 e -1. Occorre ricordare come ad esempio l’indice AO (Arctic Oscillation) nell’annata 2009-2010 scese sino ad un ragguardevole valore di -6, che costrinse il Met Office a rivedere la scala di valori che inizialmente prevedeva un picco minimo di -4.

Arctic Oscillation (AO) misura la differenza di pressione esistente tra l’artico e le medie latitudini (tra il 37esimo ed il 45esimo parallelo). Un valore di -6 indicava una condizione estremamente disturbata a carico del Vortice Polare, a tal punto che la regione polare era divenuta sede di un grande anticiclone con un moto fortemente antizonale dei venti. Una condizione che ha portato alla completa soppressione delle vorticità portate dalle depressioni canadesi, la mancanza di tali vorticità a scapito di moti antizonali, ha regalato all’Inghilterra ben due stagioni invernali estremamente fredde e nevose che probabilmente passeranno alla storia (inverno 2008 – 2009, inverno 2009 – 2010). Seppur con modalità diverse, queste caratteristiche si sono verificate anche nel 2013 tra tardo inverno e la prima metà della primavera con la regione polare divenuta nuovamente sede di una zona d’alta pressione polare (anticiclone termico polare).

Quali sono le differenze che si profilano tra quella che potrebbe essere l’evoluzione dell’inverno in corso e quelle che sono state le caratteristiche salienti delle stagioni invernali appena citate?

Senza dubbio la differenza sostanziale di quest’anno rispetto agli anni del recente passato, riguarda una maggiore compattezza del Vortice Polare alle proprie sedi d’origine. Questo pattern circolatorio porta come conseguenza, una ritrovata attività delle vorticità portate da una depressione canadese in grande spolvero. La presenza di tali vorticità costringe così l’anticiclone delle Azzorre a mostrarsi più invasivo nei confronti dell’Europa, stabilendo tra l’altro, un regime pluviometrico inferiore alla media sulle regioni del nord e sui comparti europei occidentali a causa della diminuita probabilità di incorrere in ciclogenesi su questo settore del continente. Dal canto loro le masse d’aria fredda trovano via di sfogo preferenziale sui settori europei orientali, aree del continente dove il regime pluviometrico risulterà almeno inizialmente in linea con la media stagionale o addirittura superiore.

Quali potrebbero essere le caratteristiche salienti dell’inverno 2013 – 2014?

Le due onde planetarie note come Wave 1 (onda madre pacifica) e Wave 2 (onda atlantica) traggono giovamento dalla presenza di attive circolazioni depressionarie frutto di un Vortice Polare più compatto. L’Europa subisce direttamente l’influenza dell’onda atlantica e da essa dipenderanno le sorti di questo inverno. La presenza di una attiva Wave 2 potrebbe rappresentare un buon deterrente alla creazione di una stagione invernale ricca di colpi di scena.

La circolazione ciclonica presente sul comparto canadese, potrebbe infatti fornire la giusta iniezione di calore rivolta verso le alte latitudini polari, in grado (in prospettiva) di costituire un blocking alla circolazione zonale con l’alta pressione delle Azzorre sbilanciata verso nord. Questa situazione generalmente può favorire una circolazione antizonale sull’Europa centrale e meridionale con il nostro Paese che potrebbe una volta tanto trovarsi sulla traiettoria giusta per subire appieno gli effetti delle masse d’aria fredda di origine artico-continentale oppure squisitamente continentali.

Si tratta quindi di una situazione completamente diversa rispetto a quella che è stata la caratteristica dominante degli inverni citati inizialmente. Quando sull’Europa gli indici AO – NAO scendono su valori estremamente negativi, la circolazione diventa esageratamente antizonale, portando inverni eccezionali sull’Europa occidentale e sull’Inghilterra, scartando l’Italia ed il Mediterraneo dalle ondate fredde più intense. Un annata caratterizzata da valori AO – NAO vicini alla neutralità, rende il Mediterraneo, l’Europa centrale e meridionale, sede preferenziale delle ondate fredde più intense che potranno verificarsi nel corso dei tre mesi invernali.

Occorre tuttavia ricordare come questa linea di tendenza prenda atto di una persistenza di valori simili di tali indici (AO da -1 a +1 durante tutto l’inverno). Eventuali scarti in positivo od in negativo oltre questa soglia, porteranno naturalmente conseguenze diverse in un verso o nell’altro.

Un piccolo assaggio di quella che potrebbe essere la circolazione invernale futura ventura, ci perviene quest’oggi dai modelli matematici a lungo termine, i quali stringono l’occhiolino ad una moderata attività della Wave due atlantica. L’anticiclone delle Azzorre costituirebbe un’azione di blocco, isolandosi in una cella autonoma di alta pressione con sede preferenziale tra Europa nord-occidentale e penisola Scandinava le cui potenziali conseguenze sono descritte su questo articolo:

Prospettive di freddo intenso per l’Italia entro la prima metà dicembrina

 

Autore : William Demasi