00:00 20 Luglio 2010

Inverno freezer in sud America, danni e vittime

Severa ondata di gelo soprattutto negli Stati meridionali, ma con coinvolgimento anche di diversi settori del Brasile. Gelo e nevicate abbondanti stanno imperversando da giorni e stanno causando anche diverse vittime.

E’ una delle più severe ondate di gelo degli ultimi anni. La crudezza di questa fase non sta tanto nei valori termici in sè stessi, o nella fenomenologia in particolare, ma nella persistenza di questa pesante situazione. La persistenza, sinotticamente parlando, è dovuta ad una configurazione ad "omega" rovesciata, con una saccatura collegata al vortice polare antaritco, bloccata da due possenti blocchi anticiclonici, l’uno sul Pacifico, l’altro sull’Atlantico.

Solitamente la circolazione occidentale australe non propone ondulazioni così pronunciate come accade nell’emsfero boreale; questo perchè le correnti delle medie latitudini, dette anche "westerlies" per la loro componente occidentale, incontrano nel loro percorso meno asperità continentali, essendo l’emisfero australe quasi tutto occupato da oceani.

Fa eccezione però il comparto sud-americano, in virtù della presenza della cordigliera delle Ande, che funge da ostacolo di notevole rilevanza. Ecco infatti le onde planetarie rallentare in questo punto fino a bloccarsi, come nel caso attuale.

Cile, Perù, Bolivia, Paraguay e Brasile, tutti uniti sotto un’unica morsa, quella di questo super inverno 2010. Purtroppo, a differenza di quanto avviene in nord America, questi Stati sono meno abituati ed attrezzati per fronteggiare tali severe situazioni di gelo invernale. Pensate che il 15 luglio a Buenos Aires il termometro è sceso a -3 gradi e in città si aspettava anche la neve. Neve che li non è arrivata ma che in Cile, in particolare nella regione di Aysen, è caduta a metrate, bloccando numerose strade.

Purtroppo si contano anche decine di vittime. L’aggiornamento ufficiale parla di 18 persone, decedute per cause legate all’ondata di gelo. Notizie parallele in fase di autenticazione però danno un resoconto ben più drammatico, con 42 bambini che sarebbero morti sulle montagne peruviane a causa di temperature che da giorni permangono su valori sotto lo zero di diversi gradi.

La situazione meteo per il momento pare non debba evolvere in modo significativo. La modellistica vede però uno sblocco dell’onda depressionaria a partire da domenica 25 luglio.

Autore : Luca Angelini