00:00 26 Ottobre 2010

Inverno freddo e secco o inverno mite con precipitazioni?

Non si possono fare sintesi simili.

L’Italia non è un fazzoletto di territorio, è estesa per oltre 1000km, con climi e situazioni meteorologiche molto differenti proseguendo da nord a sud.

Impossibile dunque molto spesso, salvo nelle chiare situazioni anticicloniche, identificare un solo tipo di tempo e adattarlo a tutta la nazione. Questo vale anche quando si descrive una previsione stagionale. Dire: sarà un inverno freddo ma secco, suona come nota stonata, perchè si intuisce che è riferita solo ad una parte della Penisola: il settentrione, la Sardegna e le regioni centrali tirreniche.

Qui in caso di gelide correnti da nord il cielo rimane spesso sereno. Al contrario sul medio Adriatico ed al sud si generano condizioni favorevoli ad annuvolamenti e precipitazioni anche di tipo nevoso.

Analogamente con il nord-est, le zone più penalizzate saranno ancora quelle meridionali ed adriatiche. Con i venti di Grecale, ad eccezione delle Alpi e dei versanti tirrenici, un po’ di neve può giungere anche in Valpadana e sulle Prealpi, oltre che in Adriatico. Quando poi l’afflusso freddo è intenso è facile che proprio sul Tirreno si generi una depressione e a quel punto la neve compare un po’ ovunque.

Dunque è impossibile definire un inverno in arrivo freddo ma secco, perchè questa previsione, che sottende ventilazione da nord, potrà risultare attendibile solo al nord e segnatamente nelle Alpi. Un inverno freddo e secco al nord è però come abbiamo visto spesso sinonimo di neve al centro-sud, anche a bassa quota. Un inverno freddo anticiclonico invece sarebbe tale probabilmente solo in pianura, laddove si proporrebbero frequenti situazioni di inversione termica.

Analogamente non possiamo associare l’inverno mite alla mancanza di precipitazioni nevose. Anche con un flusso atlantico pronunciato e con affussi di aria mite mediterranea, qualche nevicata anche a bassa quota, specie al nord, potrà sempre scapparci. Un inverno mite e senza precipitazioni calza invece di più se si prevedono condizioni anticicloniche persistenti, ma solo se riferiamo queste considerazioni alla libera atmosfera, in pianura, come detto sopra, si insidierebbero nebbie e ci sarebbe del freddo umido.

Che la NIna forte (ma bisogna ancora valutare quanto e in che punto dell’oceano) possa determinare frequenti correnti settentrionali sull’Italia, e poco "Atlantico" ossia pochi passaggi di perturbazioni da ovest, è un assunto che non si può avallare automaticamente, così come una QBO positiva non esclude in maniera totale temporanei movimenti antizonali delle correnti (cioè da est ad ovest). Non si è poi nemmeno sicuri che l’anomalia termica positiva delle acque groenlandesi "catturi" tutte le alte pressioni europee, mentre studi convergenti attribuiscono certamente alla scarsa attività solare un ruolo nella scarsa vena del vortice polare e nella piega negativa dell’indice NAO.

Dunque che si facciano pure previsioni per l’inverno, ma senza liquidare l’argomento con sintesi troppo mirate a singole aree geografiche del Paese e senza comunque avere la pretesa che 2+2 faccia 4, perchè in meteorologia invece fa spesso 5 e meno male…

Autore : Alessio Grosso