00:00 13 Giugno 2007

Inverno 2006-2007 eccezionalmente mite ma le punte di freddo non sono mancate

Sintesi termica dal Bellunese a cura dell'Arpav.

L’inverno 2006-07 è risultato in Italia tra i più caldi dal 1800 ad oggi e anche in provincia di Belluno ha assunto caratteri di eccezionalità.

Anche le temperature minime assolute, quantunque le meno adatte per tracciare un bilancio di una stagione invernale, testimoniano un’inconsueta assenza di ondate di freddo di una certa importanza. Di seguito le punte estreme di freddo registrate lo scorso inverno.
Bosco Chiesanuova (1050 m) -6°C
Asiago (1010 m) -18°C
Feltre (267 m) -8°C
Belluno (376 m) -7°C
Agordo (578 m) -8°C
Falcade (1145 m) -11°C
Pescul (1403 m) -13°C
Arabba (1645 m) -13°C
Passo Campolongo (1875 m) -16°C
Passo Pordoi (2142 m) -15°C
Marmolada (3256 m) -22°C
Cortina (1180 m) -11°C
Passo Cimabanche (1530 m) -20°C
Domegge (841 m) -8°C
Auronzo (849 m) -9°C
S.Stefano (895 m) -12°C
Padola (1205 m) -15°C
Val Visdende (1240 m) -18°C
Sappada (1264 m) -12°C

Si tratta di valori certamente non miti ma che normalmente vengono agevolmente superati ogni inverno.
Tuttavia in certe località i picchi di freddo estremo non sono mancati, vale a dire in quelle conche, depressioni o grandi doline (in zone carsiche), all’interno delle quali, in caso di notti invernali serene e senza vento, la temperatura raggiunge valori sorprendenti, molto più bassi rispetto ad altre zone poste alla medesima quota.

Ecco le temperature minime assolute registrate nel corso dell’inverno 2006-07, acquisite grazie ad una campagna sperimentale di misure, condotta da ARPAV in alcune zone della montagna veneta caratterizzate da un microclima invernale particolarmente freddo:

CANSIGLIO
Tramedere (1028 m) -11°C
Pian Cansiglio (1010 m) -13°C
Valmenera (905 m) -16°C
I Bech (980 m) -17.5°C
Campo di Sopra (1284 m) -21°C

CAIADA
Busa de Palughet (1195 m) -21.5°C

ALTOPIANO ERERA-BRENDOL- PIANI ETERNI
Malga Brendol – laghetto (1685 m) -32.5°C

MARCESINA
Rendole – stazione automatica (1310 m) -21.5°C
Roda del Corvo (1295 m) -26.5°C
Palù di San Lorenzo (1360 m) -26.5°C
Malga Marcesina di Sopra (1364 m) -18°C
Palù di Sotto (1335 m) -21°C

ZONA ORTIGARA
Campi Lussi (1765 m) -33°C

ALTOPIANO DI SENNES E FOSSES
Lago di Fosses (2142 m) -32.5°C

Come si può notare, a fronte di un inverno particolarmente mite, in alcuni posti sì è scesi anche sotto i -30°C, a testimonianza della loro particolarità microclimatica.

Si osservi, inoltre, come le “famose” località di Marcesina e di Valmenera (Cansiglio) non sono risultate affatto le più fredde e che vi sono altre zone, poste a quote maggiori, capaci di exploit termici ancora più eclatanti.

Una di queste, il Lago di Fosses, a nord di Cortina, era già stata “scoperta” l’anno scorso (-38°C la minima assoluta dell’inverno 2005-06) ma, come si vede, non si tratta certo di una situazione unica ed eccezionale. In particolare sul settore nord dell’altopiano carsico dei Sette Comuni (zona Ortigara) c’è una miriade di depressioni e di doline, a quote variabili fra i 1500 ed i 2100 m, caratterizzate da questi particolari microclimi. Un’altra zona molto interessante è l’Altopiano delle Pale di S.Martino, con altitudine media di 2500 m.

Va precisato che le località monitorate lo scorso inverno nella zona del Cansiglio, eccetto per “Campo di Sopra”, hanno avuto lo svantaggio di non avere il suolo innevato durante i pochi periodi freddi della stagione invernale (la neve funge da isolante per l’aria, nei confronti del terreno, relativamente caldo ed accentua notevolmente l’albedo).

E’ bene sottolineare che stiamo parlando di condizioni estreme, in zone generalmente disabitate e sperdute, spesso riscontrate proprio sul fondo delle depressioni, il cui interesse, essenzialmente scientifico, è volto a studiare il fenomeno e le cause che lo generano.

Si pensi che, rispetto alla temperatura assunta alla medesima altitudine della massa d’aria fredda, in arrivo ad esempio da Nord o da Nord-Est, la depressione riesce, in inverno, a farla ulteriormente diminuire di 20-25°C, eccezionalmente anche di 30°C, “fabbricando”, per così dire, il freddo sul posto, grazie al notevolissimo rilascio radiativo notturno (perdita di calore per irraggiamento). Normalmente l’abbassamento termico “in loco” varia dai 2-5°C delle cime o dei pendii montani ai 10-15°C dei fondovalle non chiusi.

Un’altra importante peculiarità di queste depressioni è la fortissima inversione termica che vi si crea (anche 20°C su soli 50 m di dislivello), determinando stupefacenti differenze di temperatura fra punti relativamente vicini.

Il freddo anomalo si riscontra solo in determinate condizioni meteorologiche (cielo sereno e vento debole) ed essenzialmente nelle ore serali, notturne e del primo mattino.

Poi, con il sole, la temperatura sale piuttosto rapidamente e di giorno si allinea con quelle delle altre località poste alla stessa quota, rivelano quindi escursioni termiche giornaliere molto accentuate, che superano talvolta i 30°C, specie alla fine dell’inverno e all’inizio della primavera.

Con cielo coperto, anche senza precipitazioni, e/o vento moderato o forte il fenomeno del forte raffreddamento non ha modo di manifestarsi.

Alla luce di questi nuovi, interessanti risultati, verranno prossimamente effettuati monitoraggi più dettagliati in queste ed altre zone simili.
Autore : Bruno Renon, Arpav