00:00 30 Maggio 2006

Intervista all’Esperto: Il freddo a Trieste è un segnale dell’arrivo dell’aria fredda

Consueta chiacciherata con Lorenzo Catania.

Redazione: I temporali di ieri in Lombardia hanno provocato anche grandinate e forti colpi di vento. C’è niente di anomalo in tutto questo?

Catania: No, assolutamente. I temporali di ieri si sono formati per il passaggio di un fronte freddo su uno strato d’aria (quello più vicino al suolo) particolarmente umido e relativamente caldo … insomma, come nel più classico dei casi. La grandine ed i forti colpi di vento poi sono stati favoriti da cumulonembi particolarmente estesi in altezza, uno sviluppo garantito da condizioni favorevoli, a partire dal particolare incrocio dei venti alle varie quote (wind-shear) e dalle caratteristiche della massa d’aria fredda in arrivo.

Redazione: Ma come è possibile che in alcune occasioni, come quella di ieri appunto, il vento che avvertiamo al livello del suolo vada in direzione opposta a quello in quota?

Catania: Capita. Anzi, è più che normale. E’ questo il meccanismo che usa l’atmosfera per avvettare (spostare orizzontalmente) masse d’aria calda dove prima erano presenti masse d’aria fredda, e viceversa; e questo spostamento di masse d’aria serve a rimescolarle fra loro alla ricerca di un equilibrio che però non verrà mai raggiunto.

Redazione: Tornando alla cronaca, oggi è Trieste la protagonista, con 9°C, Bora forte e pioggia, come in un normale giorno di febbraio.

Catania: Trieste si trova allo sbocco diretto di quella che i tecnici chiamano Porta della Bora, la zona geografica compresa fra la città giuliana e la parte di Slovenia più vicina, un mix di alture e vallate che crea un imbuto naturale nel quale l’aria fredda in arrivo da nord può sfogarsi liberamente dopo aver aggirato le Alpi. Entrando nell’imbuto la massa d’aria fredda accelera e sfocia proprio su Trieste con un vento particolarmente impetuoso, specie d’inverno. In poche parole, questa città rappresenta un po’ il termometro di tutte le irruzioni di aria fredda che arrivano da nord o nord-est sull’Italia, perché poi l’aria fredda ha libertà di sfogarsi sulle nostre regioni, perlomeno fino a che non arriva sulle Alpi occidentali (dopo aver attraversato la Pianura Padana) e sull’Appennino.

Redazione: Ma nei prossimi giorni non c’è speranza che torni l’anticiclone delle Azzorre a garantirci un po’ di sole e caldo?

Catania: Almeno per 6-7 giorni no. Diciamo che comunque su molte zone del nord il tempo non sarà poi così brutto; il sole sarà spesso presente, soprattutto sulla costa ligure e le zone di pianura, tuttavia si dovrà fare i conti con mattinate e serate fresche, ed in qualche caso anche con una fastidiosa Tramontana. Chi va sulle Alpi poi avrà bisogno di un giaccone pesante per la sera.

Redazione: Perlomeno i temporali che stanno arrivando possono servire a rimpinguare le riserve idriche per l’estate ed a ridare un po’ di vigore alla vegetazione che in alcune regioni ha subìto una primavera particolarmente secca?

Catania: Forse su alcune zone del sud e dell’Appennino centrale, dove insisteranno un po’ di più; altrove non avranno effetti così benefici. I temporali, così come gli acquazzoni, scaricano infatti una notevole quantità di acqua in pochi minuti, non dando il tempo al terreno o alle radici delle piante di assorbirla. Anzi, se sono particolarmente forti riescono solo a dilavare il terreno e a provocare danni.
Autore : Redazione MeteoLive