00:00 21 Febbraio 2006

Intervista all’Esperto: i cicloni mediterranei non sono poi così rari

Consueta chiacchierata con Lorenzo Catania.

Redazione: Ieri su parte del centro Italia ci sono stati temporali che hanno provocato grandinate abbondanti fino in pianura, tanto da dare l’impressione che ci fossero state nevicate fin quasi sul mare, nonostante le temperature non propriamente basse. A cosa è dovuto questo fenomeno?

Catania: Innanzitutto bisogna precisare che la grandine non è un fenomeno così raro, e non è detto che ci debbano essere temperature vicine allo 0°C perché si manifesti. Basta pensare alle grandinate tipiche della Pianura Padana nel pieno della stagione estiva.
In realtà quello che vediamo cadere in questi giorni è “graupel”, o gragnola, che nasce per il congelamento delle gocce d’acqua quando queste attraversano strati d’aria al di sotto degli 0°C a quote relativamente basse (ma non necessariamenta al suolo, dove anzi grazie al sole di fine febbraio la temperatura può essere anche vicina o superiore ai 10°C).
Altro fenomeno simile è la “neve tonda”; grossi ammassi molto simili a veri e propri fiocchi di neve che si formano generalmente in primavera o in autunno in seno alle nubi temporalesche (i cumulonembi) quando c’è molta aria fredda in quota e quando la nube sta attraversando una fase (temporanea o definitiva) di decadenza, con moti dell’aria prevalenti verso il basso.

Redazione: Quest’inverno però non avevamo mai visto così tanti temporali in un solo giorno sul territorio italiano …

Catania: Perché fino a poche settimane fa ha prevalso una circolazione dell’aria da est, quindi dal cuore del Continente Europeo; le masse d’aria in arrivo da quelle zone sono più fredde in basso, meno in alto, e quindi risultano perlopiù stabili, ossia incapaci di generare nubi a sviluppo verticale come cumuli e cumulonembi, a meno che non ci siano altre forzanti (un mare caldo ad esempio).

Redazione: In arrivo un piccolo ma violento ciclone nel sud Italia. E’ un fenomeno normale per il Mediterraneo?

Catania: Assolutamente sì; basta pensare al ciclone che investì la Sicilia Ionica nel dicembre scorso, con danni ingenti e piogge alluvionali.
Molto più rari invece sono i TLC (Tropycal Like Cycloons), ancor più pericolosi.

Redazione: Che cos’è un TLC?

Catania: E’ un ciclone che ha struttura simile agli uragani veri e propri; ha quindi un cuore caldo in quota, generato da una improvvisa esplosione di nubi temporalesche attorno all’occhio, un fenomeno che libera ingenti quantità di calore latente e che per altre ragioni fisiche genera piccole ma violentissime tempeste che ruotano rapidamente su sé stesse in senso antiorario.
Difficilmente questi uragani in miniatura raggiungono la terraferma, ma se lo fanno sono in grado di sviluppare violente trombe d’aria e piogge alluvionali su tutta l’area interessata dal loro passaggio.

Redazione: Guardiamo adesso alla fine del mese. Il Vortice Polare vuole dare spettacolo sull’Europa; riuscirà a coinvolgere anche l’Italia?

Catania: E’ ancora presto per dirlo; le sue quotazioni stanno aumentando, specialmente per le regioni settentrionali, tuttavia dovremo attendere ancora qualche giorno per sciogliere la prognosi.
Siamo comunque (e finalmente) in presenza degli effetti del riscaldamento stratosferico che durante quasi tutto il mese di gennaio ha interessato gran parte dell’Emisfero Nord, e quindi possiamo dire che gli sconvolgimenti nella circolazione atmosferica attesi da alcune settimane stanno ormai arrivando.
Autore : Redazione MeteoLive