00:00 10 Marzo 2006

Intervista all’Esperto: balletto continuo delle temperature

Consueta chiacchierata con Lorenzo Catania.

Redazione: Continua il balletto delle temperature.

Catania: Si, ormai è una costante di questo periodo. D’altra parte l’aria gelida che ha gravato per tutto l’inverno sul continente europeo si può scalzare solo con molte difficoltà. Le uniche armi a disposizione in questo senso sono le correnti più miti di origine tropicale, che però possono lavorare solo “limando” lentamente l’enorme cuscino freddo, e soprattutto l’azione del Sole, che dovrebbe scaldare il suolo ma in realtà fa fatica a farlo, a causa della presenza della neve e soprattutto di nubi e nebbie.

Redazione: Sulla Spagna invece nei giorni scorsi ha fatto molto caldo, con punte vicine ai 30°C; è da lì che dovrà arrivare la primavera mite quando sarà il momento giusto?

Catania: Non è detto; anzi, anche la Penisola Iberica nei prossimi giorni si troverà ai margini dell’alta pressione, e quindi sarà soggetta ad un certo rimescolamento della massa d’aria che porterà ad un calo delle temperature, seppure non molto intenso.

Redazione: Nel lungo termine invece cos’è previsto?

Catania: Si può solo dire che l’anticiclone delle Azzorre continuerà almeno fino al 16-17 marzo a provare a spingere verso le Isole Britanniche ed il Mare del Nord, e probabilmente riuscirà ad isolare una cellula di alta pressione vicino all’Artico; questa configurazione non è preludio di stabilità prolungata sull’Italia, ma potrebbe portare ad una terza decade con temperature più vicine alla norma, seppure accompagnate da nubi e da qualche episodio piovoso.

Redazione: Sentiamo spesso parlare di “Nino” e “Nina”. In breve, cosa sono ed a cosa è dovuto il loro manifestarsi?

Catania: Sono nomi che sono stati dati a due fenomeni opposti che si verificano attorno all’Equatore sull’Oceano Pacifico. Tutta la fascia equatoriale è soggetta agli Alisei, venti di intensità solitamente costante che a nord dell’Equatore soffiano da nord-est, a sud da sud-est (idealmente tendono quindi ad incontrarsi); fra le altre cose queste correnti hanno il potere di “spingere” in qualche modo l’acqua oceanica (surriscaldata superficialmente dal Sole) da est verso ovest (quindi nel nostro caso dal Cile verso l’aperto Pacifico). Se per qualche motivo, non ancora pienamente illustrabile, gli Alisei si indeboliscono per un certo periodo di tempo (qualche settimana, alcuni mesi) viene a mancare la ridistribuzione di acqua calda lungo la fascia equatoriale, e quindi la temperatura del mare vicina alla superficie in prossimità delle coste sud-americane aumenta sempre più, fino a creare anomalie che possono arrivare a 3-4°C. E’ qui che nasce il “Nino”.
Al contrario, se gli Alisei accelerano vistosamente tutta l’acqua calda viene accumulata in aperto Oceano Pacifico, se non addirittura in vicinanza dell’Oceano Indiano, e quindi in prossimità delle coste cilene deve risalire acqua fredda dalle profondità oceaniche per colmare il “buco” che si è venuto a creare, generando in alcuni casi la “Nina”.

Redazione: Ma com’è possibile che fenomeni così lontani influenzino anche il clima italiano?

Catania: E’ come il gioco del domino; se cade una pedina (se nasce un Nino o una Nina) anche le altre pedine (le strutture bariche equatoriali, ed a seguire a grande distanza di tempo quelle delle medie latitudini) tenderanno a cadere (a modificarsi di conseguenza). Sono delle vere e proprie connessioni dimostrate tramite esperimenti ed osservazioni.
Autore : Redazione MeteoLive