00:00 11 Giugno 2010

Indici e dintorni, ecco il perchè dell’alta africana ed ecco anche perchè potrebbe non durare

Uno sguardo a indici e anomalie ci permette di ricavare ottimi indizi sull'attuale situazione e su quanto ci aspetta nel medio termine.

Alta nord-africana… ecco perchè. Lo avevamo ipotizzato nei nostri precedenti approfondimenti e ora siamo qui a confermarlo. L’alta pressione nord-africana è stata spinta verso il Mediterraneo dai processi fisici legati alla meteorologia tropicale.

Per essere più precisi è stata la posizione e la magnitudine dell’onda convettiva tropicale contemplata tramite l’indice di Madden e Julian, la nota MJO. Pur non risultando particolarmente importante in questo periodo stagionale, tale indice ha dimostrato comunque di avere una peso non sottovalutabile e una non indifferente potenzialità nel contribuire a spingere verso nord tutta la banda della circolazione subtropicale laddove sia particolarmente attiva.

In altre parole, l’onda di temporali tropicali tende ad invadere parte dello spazio occupato dal margine meridionale della banda anticiclonica subtropicale. Il tutto viene coadiuvato dalla presenza attiva del Monsone occidentale africano e la fascia anticiclonica è costretta dunque ad espandersi verso nord andando a sua volta ad invadere la circolazione delle medie latitudini. E naturalmente il Mediterraneo è subito li da conquistare.

In realtà l’impianto è un po’ più complesso e prevede la manipolazione e la deviazione sia da parte delle onde planetarie legate alla circolazione occidentale delle medie latitudini (vedi l’onda depressionaria semi-bloccata sulla Spagna), sia da parte delle anomalie termiche presenti su oceani e continenti. Un meccanismo di perfezione noto come "coupling" ossia accoppiamento tra oceani e atmosfera.

Bene, accertato che tutto questo ha permesso la risalita della bolla nord-africana, siamo ora anche in grado di sapere se tale status permarrà per lungo tempo o ha i giorni contati? Due sono gli elementi più significativi attualmente a nostra disposizione e, se vogliamo, abbastanza contraddittori tra loro.

Il primo riguarda la permanenza dell’indice MJO su fase e magnitudine favorevole al blocco su questo schema anticiclonico nord-africano sulla porzione centrale del Mediterraneo. Questo impianto tenderebbe a rallentare la progressione delle onde atmosferiche delle medie latitudini verso levante rallentando la dispersione dell’africano che potrebbe insistere almeno fino a metà della prossima settimana o ripresentarsi dopo un breve break entro la fine del mese.

Per contro, e questo elemento ha un peso maggiore del precedente, notiamo una distribuzione delle anomalie oceaniche tale da poter sconvolgere potenzialmente questo tipo di circolazione. Pare possibile infatti che la terza decade di giungo possa proporci la discesa di un blocco depressionario dal nord Europa verso l’area balcanica e il Mediterraneo centrale lungo un canale di anomalie negative ben strutturato.

Il bolide polare avrebbe tutte le carte in regola per scalzare con venti settentrionali l’alta africana e ripristinare sull’Italia condizioni di tempo più consono, non senza un pegno da pagare, probabilmente una scia di temporali, alcuni anche violenti, i quali potrebbero prender piede con sempre maggior convinzione a partire da lunedì 21 –  martedì 22.

 

Autore : Luca Angelini