00:00 30 Settembre 2003

Incredibile ma vero: guardate cosa succede a nord della Corsica in certe situazioni…

I microclimi in Italia sono tantissimi ed hanno diverse peculiarità; questo è uno dei motivi che porta ad avere spesso alcune difficoltà nel redigere una previsione dettagliata su tutto il territorio nazionale.

Ci alziamo al mattino, osserviamo il cielo e notiamo che non vi sono nubi, mentre le previsioni del giorno prima avevano sentenziato pioggia; però andando al lavoro ci spostiamo di pochi chilometri da casa nostra ed incontriamo un fortunale vero e proprio.

Tutto questo può essere dovuto al particolare “microclima” della zona nella quale abitiamo, ossia alle particolari condizioni climatiche (si parla anche di topoclima) che si creano nel nostro paese o nella nostra città a causa della morfologia del territorio stesso, e per altre cause minori.

Ad esempio quando soffia forte lo Scirocco, se andiamo sulle Prealpi Lombarde o Venete troviamo aria molto umida e tiepida con piogge continue (è una zona quindi esposta alle correnti), mentre se ci spostiamo al di là del confine italiano (a poche decine di chilometri di distanza) troviamo cielo sereno o al più velato, con aria secca e molto calda (zona relativamente protetta dal vento); chiaramente questo fenomeno è dovuto allo sbarramento prodotto dalle Alpi sulle masse d’aria in arrivo, e porta ad una varietà di fenomeni meteorologici piuttosto ampia in un’area relativamente ristretta.

Ma ci sono tanti altri esempi di microclimi particolari; ad esempio quello delle coste fra Imperia e Genova, dove appena soffia un refolo di vento da sud-est (e quindi dal mare aperto), si generano nubi basse che vanno a coprire il cielo (zona esposta), mentre su tutto il resto d’Italia il tempo rimane soleggiato.

Un discorso simile si può fare per le coste tirreniche della Calabria e per il messinese, dove con correnti fresche e moderate da nord o da nord-ovest si addensano nubi basse e frastagliate; nel frattempo invece sull’altro versante, quello ionico, il sole splende e la temperatura sale, nonostante un po’ di vento.

Altro esempio: quando si alza un libeccio moderato a partire dalle Baleari, esso va ad impattare contro i rilievi della Corsica; non essendo troppo violento deve necessariamente aggirare i monti senza scavalcarli, prendendo due direzioni diverse.

Quando poi i due flussi si incontrano nuovamente sull’alto Tirreno (vedi figura allegata) presentano condizioni di umidità e temperatura differenti, perché quello più meridionale ha compiuto più strada ed ha attraversato un tratto di mare mediamente meno profondo (e quindi più caldo) rispetto a quello attraversato dal flusso settentrionale; allora cosa succede? Che il contrasto fra queste due masse d’aria normalmente genera una linea di cumuli (la linea rossa nella figura) che poi gradualmente si porta verso la costa toscana generando isolati rovesci che spesso i modelli matematici non riescono a “vedere”.

L’unica zona a beneficiare veramente di tale situazione è la costa nord-orientale della Corsica, dove il vento è calmo, non ci sono nubi e la temperatura del mare (così come quella sulla costa) è relativamente elevata.

In definitiva riuscire a fare una previsione dettagliata per tutta l’Italia spesso risulta estremamente difficile, e può capitare di trovarci in una di queste situazioni estreme dove ci vorrebbe l’aiuto (oltre che dell’esperienza personale del previsore stesso) di modelli matematici a griglia estremamente piccola, e quindi molto precisi; ma per ragioni fisiche e matematiche un modello del genere non può fornire previsioni a scadenza maggiore di poche decine di minuti o al più qualche ora, e quindi nella maggior parte dei casi risulta inutile.
Autore : Lorenzo Catania